Una risposta ad Asor Rosa sulla grullaggine

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Una risposta ad Asor Rosa sulla grullaggine

19 Gennaio 2008

In genere chi dà del grullo agli altri ha un alto concetto di sè, e chi ha un alto concetto di sè e delle proprie granitiche certezze rivela poca dimestichezza con quel detto socratico secondo cui il vero saggio è colui che sa di non sapere. Il professor Asor Rosa ha dunque elargito sulle colonne del Corriere della Sera la patente di grullo a coloro che non conoscerebbero un particolare aspetto della libertà di parola: la libertà di ascoltare. Siccome per un docente sarebbe un dovere la partecipazione alla inaugurazione dell’anno accademico, non sarebbe giusto imporgli di ascoltare un ospite sgradito. L’ampio elenco delle “libertà di” si arrichirebbe dunque di un nuovo elemento: la libertà di ascolto.

Temo tuttavia che l’illustre professore abbia fatto un po’ di confusione.

Innanzitutto se è possibile invitare degli esterni all’università e se questi esterni sono stati spesso addirittura rappresentanti della politica, come è accaduto in passato proprio alla Sapienza, è evidente che si dà per scontato che le loro affermazioni possano non essere condivise da fasce di ascoltatori. Perchè dunque ciò non violerebbe la libertà di udire del prof.Asor Rosa? Solo quello che dice il papa violerebbe tale sua presunta libertà? D’altro canto la libertà di ascoltare si esercita in un solo modo: nell’andarsene o nel non partecipare, e qui sta il punto.

Non esiste alcun dovere giuridico di partecipare all’inaugurazione di un anno accademico, e dunque nessuno può essere costretto a udire ciò che non vuole udire tant’è che su 5000 tra docenti e ricercatori della Sapienza, l’altro giorno ne erano presenti non più di 200. Parrebbe peraltro giusto che in nome del pluralismo si possano ascoltare messaggi di tenore diverso, oppure Asor Rosa ritiene che sia giusto ascoltare solo ciò che si condivide? Non sarebbe di certo questo l’atteggiamento di un uomo di scienza, che deve quotidianamente confrontarsi con tesi diverse dallle sue.

Il punto sembra dunque un altro: non è stato il papa ad imporre la sua presenza, egli era stato regolarmente invitato nelle forme prescritte. Alcuni hanno voluto impedirgli di partecipare ad una cerimonia pubblica e di prendervi la parola. Non so se questo sia l’anticamera del fascismo come qualcuno ha scritto, di certo, caro professor Asor Rosa, chi vieta ad un ospite di parlare non ha le buone abitudini dello scienziato e non ha consuetudine con le regole dell’educazione.

Prof.Giuseppe Valditara, senatore