Foibe, così Barbero si chiama fuori correttamente da ogni polemica

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Foibe, così Barbero si chiama fuori correttamente da ogni polemica

Foibe, così Barbero si chiama fuori correttamente da ogni polemica

06 Settembre 2021

Tomaso Montanari aveva sostenuto sul “Fatto Quotidiano” che l’Istituzione della Giorno del Ricordo delle foibe “a ridosso ed in opposizione a quello della Memoria (dello Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di una falsificazione  storica di parte neofascista”.

L’affermazione del Rettore della Università per stranieri di Siena ha suscitato un vespaio di polemiche, risultando una temeraria e grottesca rappresentazione di una legge voluta nel 2004 da tutte le forze politiche, ad eccezione di Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista, per collocare nella giusta dimensione storica il dramma delle foibe e dell’ esodo che travolse alla fine della seconda guerra mondiale centinaia di migliaia italiani costretti ad abbandonare terre che abitavano da secoli in Istria, Dalmazia e Fiume.  
Ci siamo interessati a questo dibattito per smentire  le stravaganti teorie di Montanari sulla base della mia testimonianza personale sul dibattito parlamentare ed altri per ricordare le toccanti testimonianze dei Presidenti della Repubblica, che ne hanno fatto strumento non soltanto riparativo verso gli esuli ma ponte di riappacificazione con sloveni e croati, vittime a loro volta delle barbarie nazifasciste e comuniste del secolo passato.
Ci aveva invece preoccupato un intervento del Prof. Alessandro Barbero, apprezzato storico e divulgatore di fatti storici (straordinario ad esempio il suo recente libro su Caporetto) che in un intervento pubblico sembrava in qualche modo avallare le tesi di Montanari.
Sarebbe davvero troppo pretendere che Barbero abbia letto le obiezioni che abbiamo sollevato sull’Occidentale al suo contributo al dibattito, ma dobbiamo con grande soddisfazione rilevare che in un pezzo sulla Stampa di domenica 5 settembre il Professore ha chiarito in maniera totalmente condivisibile il suo pensiero, chiamandosi fuori da una polemica che rischiava di vederlo a torto schierato proprio con gli ultimi nostalgici di una delle due ideologie che quel disastro provocarono.
Riporto integralmente la frase finale di Barbero, che condivido pienamente: “E’ dunque, benvenuta l’Istituzione della Giornata del Ricordo, in cui tutti possiamo ricordare con sgomento ciò che accadde tra il 1943 ed il 1945 a migliaia di italiani, e ragionare sul perchè ciò accadde, e ad imparare a non riprodurre più i comportamenti che portarono a quella tragedia: il nazionalismo cieco, il disprezzo per l’altro, la certezza che noi abbiamo sempre ragione a tutti i costi, il “right or wrong, my country”, l’educazione basata sulla propaganda anzichè sullo spirito critico, l’attitudine alla minaccia, all’insulto ed alla bastonata anzichè alla discussione anche con chi non la pensa come noi”.