13 morti e 90 feriti a Barcellona, torna l’incubo dell’Emirato europeo
17 Agosto 2017
I fascisti islamici colpiscono ancora a Barcellona, sulle Ramblas, il cuore commerciale e turistico della città della Catalogna. Lo schema ricorda quello degli attacchi in altre città europee, un furgone lanciato sulla folla che si lascia dietro 13 morti e 90 feriti di cui una dozzina molto gravi. L’attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico. La polizia è ancora a caccia dell’autista del furgone, Driss Oukabir, anche se non è chiara l’identità del killer, l’uomo potrebbe aver utilizzato i documenti di Oubakir. Due persone sono state arrestate (“sono direttamente coinvolte nell’attentato”, dicono le autorità spagnole), un marocchino e uno spagnolo di Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco. Un terzo uomo è stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia ma non sembra per ora avere legami con l’attacco.
Si indaga anche su un’altra esplosione avvenuta nei giorni scorsi in Spagna, forse non era una fuga di gas. E’ stata smentita, invece, la notizia che uno degli attentatori si era rinchiuso con degli ostaggi in un ristorante. L’attacco in Spagna non è stato il frutto di un lupo solitario, ma pianificato nei dettagli. Ci sarebbe un secondo furgone che gli attentatori avevano preparato per darsi alla fuga. La Spagna, se pure lontano dai riflettori della grande stampa internazionale, combatte da anni un guerra senza esclusione di colpi contro il terrorismo islamico, dopo gli attacchi di Al Qaeda a Madrid, quasi duecento morti e duemila feriti.
Negli ultimi anni le forze di polizia e la intelligence spagnola hanno sventato diversi attacchi terroristici e arrestato centinaia di fondamentalisti. Nella funebre visione dei jihadisti, l’incubo di un Califfato che si estende dal mondo arabo all’Africa fino in Europa, passa proprio dalla Spagna, dalla Andalusia, Al-Andalus, l’Emirato europeo, la porta per la conquista del Vecchio Continente. E per una organizzazione come l’Isis, sempre più malridotta tra Siria e Iraq, ma pronta a tornare alla sua forma originaria di insorgenza internazionale, colpire la Spagna significa dimostrare di valere quanto Al Qaeda e lanciare un nuovo messaggio di morte ai propri fedeli sparsi in mezzo mondo. La guerra permanente scatenata dall’imperialismo islamico in Europa continua, e l’immagine dei ‘migranti’ armati di bastoni che scavalcano le recinzioni nelle enclave spagnole in Marocco, diffuse nei giorni scorsi, non promettono niente di buono.