14 Senatori del Pd si autosospendono dopo il “caso Mineo”
13 Giugno 2014
di redazione
Terremoto nel Pd dopo il "caso Mineo". 13 senatori del partito democratico si sono autosospesi dopo che l’ex direttore di Rai News 24 era stato allontanato dalla commissione affari costituzionali dove si discutono le riforme. Mineo era da tempo ostile alla impostazione dell’Italicum, la nuova legge elettorale concordata tra Renzi, gli alleati di maggioranza e Berlusconi, come pure sulla riforma del Senato. Il suo voto contrario avrebbe potuto insidiare il cammino delle riforme e così il senatore Pd e’ stato allontanato. Ma la minoranza del Pd, zittita dopo il risultato di Renzi alle Europee, rialza la testa: "epurazione delle idee non ortodosse", "palese violazione della nostra Carta fondamentale", richiesta di chiarimenti. Non e’ escluso che nelle prossime ore il numero dei dissidenti cresca. I senatori autosospesi sono per adesso Felice Casson, Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D’Adda, Nerina Dirindin, Maria Grazia Gatti, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Massimo Mucchetti, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci e Renato Turano. Per il Pd e’ una complicazioni in più sul terreno minato delle riforme: in Senato la maggioranza utile e’ 161 voti e nel febbraio scorso Renzi ottenne la fiducia con 169 voti. Senza i dissidenti, il governo sarebbe in bilico al Senato, a quota 156. "Noi non lasciamo a nessuno il diritto di veto: conta molto di più il voto degli italiani che il veto di qualche politico che vuole bloccare le riforme. E siccome contano di più i voti che i veti, vi garantisco che noi andiamo vanti a testa alta", ha fatto sapere Renzi dalla Cina. "Noi andiamo avanti. I numeri per fare le riforme ci sono. Non si possono bloccare le riforme che milioni di cittadini ci chiedono perché 12-13 senatori non sono d’accordo. Non può esserci un potere di veto", ha rimarcato il ministro per le riforme Boschi.