2012. Bisogna ammetterlo: anche nella tragedia Berlusconi fa sempre ridere

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2012. Bisogna ammetterlo: anche nella tragedia Berlusconi fa sempre ridere

Caro Diego,

ieri sera sono andato al cinema Arlecchino, a Bologna, a vedere il film “2012”.

Anche se è un film tra i tanti che ci raccontano la fine del mondo, te lo consiglio per due motivi: il primo è per gli effetti speciali; ti fanno tremare le gambe, soprattutto nel primo tempo. Il secondo è che potresti avere la fortuna, come io ho avuto, di assistere a una scenetta che avrebbe ripagato il costo del biglietto anche se il film non mi fosse piaciuto. Mi spiego.

Nel film siamo nel 2012, i capi di governo di tutti i paesi del mondo sanno che presto l’intera umanità verrà cancellata, ad eccezione dei pochi fortunati (inclusi loro ovviamente) che avranno diritto ad entrare sull’Arca di Noè della situazione. Ebbene, nel film, il Presidente degli Stati Uniti lascia il suo posto sulla navicella a un altro, restando a morire con il suo popolo nella convinzione che, nel mondo che verrà, un politicante non sia poi così necessario. Non è l’unico capo di governo a fare questa scelta. Ce n’è un altro: il Premier Italiano! Però, anche se l’azione compiuta dai due Presidenti è la medesima, l’effetto che scatenano Barack e Silvio sulla sala del cinema Arlecchino di Bologna è leggermente diverso!

Quando si vede Obama in mezzo ai feriti che negli ultimi istanti della sua vita cerca di aiutare una bambina che ha perduto i genitori la scena è ovviamente toccante, tutti zitti e commossi a guardare l’uomo al servizio della comunità! Poi però l’ambiente cambia: Roma, piazza San Pietro. Tanti Italiani aspettano la fine pregando insieme al papa davanti alla basilica. Tra loro chi viene inquadrato? Il Premier Silvio Berlusconi! Un attimo di silenzio poi l’esplosione di una risata generale! Ahahahah!

Che spettacolo! Però mi domando: perché noi Italiani siamo così scettici e critici nei confronti di noi stessi? Io ridevo insieme agli altri, ma in quella risata non ti saprei dire se c’era più realismo o più sfiducia. Ma siamo noi Italiani a essere più maturi degli altri (illusi!)? Oppure anche per noi sarebbe meglio ricominciare a crederci? Di per sé non è certo un male essere scettici, specialmente quando si tratta del potere, ma da dove viene tanta sfiducia nei confronti della nostra classe politica, delle nostre istituzioni, del nostro paese, di noi stessi? Che peccato.