
Renzi prova a rientrare dalla porta principale. E Conte resta l’unica soluzione politica

28 Gennaio 2021
“Andare a elezioni in questa fase sarebbe un errore per l’Italia e gli italiani: noi pensiamo che occorra un governo, bisogna fare presto e bene. Preferiamo un governo di natura politica a un governo di natura istituzionale, ma se fosse l’unica strada per evitare le elezioni lo appoggeremo”. Con queste parole oggi Matteo Renzi ha sintetizzato la posizione di Italia Viva espressa al Quirinale. Una strategia che di fatto fotografa le tre ipotesi ad oggi in campo: governo politico, governo istituzionale o elezioni. Elencate nell’ordine di preferenza dell’ex rottamatore.
Renzi dunque apre a un Governo politico, consapevole che questa possibilità, magari non immediatamente, magari anticipata da un incarico esplorativo affidato a una profilo terzo, apre la strada a un Conte ter. L’avvocato del Popolo dunque, come previsto, resta ancor oggi – pur nello sfondo – l’unica personificazione di una sintesi politica alla crisi. E la sintesi politica d’altra parte non può che passare da una riappacificazione che consenta a Renzi di rientrare nella squadra di Governo dalla porta principale, senza lettere scarlatte e con tante scuse da parte del Pd. “Noi non abbiamo fatto il nome di Conte perché riteniamo che siamo in una fase precedente – ha detto infatti Renzi -. Le idee di Italia Viva servono o no? Abbiamo subito quindici giorni di fango, una guerra a cui non abbiamo risposto. Prima parliamo di contenuti e poi arriviamo alla discussione sui nomi. Devono dirci se vogliono stare con noi o no”.
Insomma, almeno nella strategia di Renzi la porta che conduce alla soluzione della crisi corrisponde esattamente con la porta che ha condotto alla crisi stessa. Una grande giro di giostra gattopardiano dove nulla cambia, se non nelle parole dei protagonisti. Un giro di giostra che, ovviamente rafforzerebbe il ruolo del Matteo fiorentino, senza umiliare quello di Giuseppe Conte che, a suo a volta, cercherà di allargare almeno un po’ la sua maggioranza per renderla il meno Renzi-dipendente possibile.
E in tutto questo grande cerchio di corsi e ricorsi il centrodestra è rimasto a guardare scegliendo per se stesso un ruolo da comprimario nel momento in cui, al primo incontro col Capo dello Stato, aveva indicato il voto come unica soluzione alla crisi, una strategia che aveva rafforzato proprio Conte rendendolo, salvo elezioni, inamovibile. Una posizione giacobina – accolta a malincuore da Forza Italia e contrastata solo da Cambiamo – poi riveduta nelle ultime ore. Ma, se lo scenario ipotizzato da Renzi dovesse materializzarsi, troppo in ritardo.