L’America di Bush torna a interrogarsi sull’uomo e trova anche le risposte

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L’America di Bush torna a interrogarsi sull’uomo e trova anche le risposte

L’America di Bush torna a interrogarsi sull’uomo e trova anche le risposte

05 Maggio 2008

Gli Stati Uniti ci stupiscono
ancora. Da quelle parti si riparla – e alla grande – di dignità umana e,
soprattutto, dei suoi fondamenti: la natura e la natura umana. Tornano
espressioni come “natura razionale”, “sostanza” e perfino “anima”, che in
Europa avevamo quasi dimenticato, per aver preso troppo sul serio quanto
affermava Ortega y Gasset: «In una parola, l’uomo non ha natura; è solo
storia”. Tornano in un ampio Documento del Comitato di Bioetica presso il
Presidente degli Stati Uniti dal titolo “Human Dignity and Bioethics”, reso
noto di recente. Un grande numero di intellettuali  ha risposto all’invito del Presidente Bush
con un saggio specialistico su un aspetto della dignità umana. Il risultato è
sorprendente: ne esce un’opera organica, interdisciplinare nel miglior senso
della parola e soprattutto “fondativa” della dignità umana in quanto il
discorso non si ferma alla scienza, ma accede anche al campo della metafisica e
della teologia. Già nel 2002 il Consiglio di Bioetica del Presidente aveva prodotto
una articolata analisi della clonazione, in questo caso però l’obiettivo è
stato ancora più ambizioso: mettere a tema direttamente la dignità della
persona. L’Europa, anche su questi punti culturali di carattere strategico, è
in ritardo.

Patrick Lee e Robert P. George
confutano una ad una le tesi che contestano che ci sia una natura umana, come
per esempio quella di Peter Singer: “tutti gli animali sono uguali” e quindi “a
tutti gli animali è dovuta uguale considerazione”. Egli non si chiede se gli
animali possano pensare o parlare, ma se possono soffrire. Ma con ciò dimentica
che ci sono diversi “gradi” della sofferenza. Gli animali con sono tutti
uguali, e Holmes Rolston dedica il suo saggio alla “uniqueness” della persona
umana, mostrando che gli umani differiscono radicalmente dagli animali. Non
esiste evidenza che gli scimpanzé attribuiscano agli altri loro simili degli
stati mentali. Essi sono in grado di imitare e di imparare per imitazione, ma
non di insegnare e di apprendere insieme. Mentre Singer dedicava un capitolo di
un suo famoso libro a “La giustizia tra gli scimpanzé”, gli autori di questo
rapporto negano la possibilità di un giudizio morale sul comportamento degli
animali.

La dignità umana come fonte della
morale è infatti l’interesse principale di tutti i saggi del Documento del
Comitato di Bioetica degli Stati Uniti. E’ proprio questo fondamento a
conferire alla morale uno statuto pubblico, ossia politico. Richard John
Neuhaus infatti si chiede: se la politica è la deliberazione circa come noi
dobbiamo vivere insieme, non diventa fondamentale stabilire chi appartenga a quel “noi”. E’
precisamente questo il tema che l’aborto propone nell’arena pubblica.

Ma tra tutti gli autori del
Documento, un merito particolare – assieme ad un notevole coraggio
intellettuale – va attribuito a Robert P. Kraynak per aver sdoganato la parola
“anima”, così invisa agli intellettuali di tendenza. Egli ritiene che la
visione razionale classica della persona sia senz’altro superiore a quella del
meccanicismo materialistico, ma che sia alla fine incapace di fondare
ultimativamente la dignità umana. Per poter fare questo – egli afferma – è
necessario credere nell’anima personale. Una visione solo speculativa della
dignità umana non è sufficiente. Quando i credenti nella Bibbia e nel
Cristianesimo, riconoscono che la dignità umana è un mistero essi ne rafforzano
la consapevolezza sociale più di altri. Il discorso è di grande interesse,
perché se la dignità umana ha bisogno della fede nell’esistenza dell’anima, la
religione assume un ruolo pubblico di importanza fondamentale: ove la fede si
appanna anche il senso della dignità umana si indebolisce.

Gli Stati Uniti hanno “coraggio”.
Lo ha avuto il Presidente Bush commissionando questi studi; ne hanno avuto le
decine di intellettuali che hanno riposto. Si tratta di Documenti di
avanguardia che tracciano una strada per tutti: l’uomo non è solo chimica: per
scoprirlo, fondarlo culturalmente e insegnarlo bisogna che il sapere vada oltre
la scienza e si riappropri dei terreni della metafisica.