Al Gore presenta la “buona” tivvù
13 Maggio 2008
Non gli è bastato vedersi assegnare in un colpo solo, grazie ad un documentario ambientalista, un Oscar e un Nobel per la Pace.
Al Gore, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti sconfitto da Bush al suo primo mandato e colto dal fuoco sacro del riscaldamento globale, ha deciso di diffondere la democrazia attraverso un network televisivo. Mr Gore arriva a Milano per il lancio su un canale Sky della sua Current Tv in Italia, e conclude l’incontro con un “I want your help” diretto agli osannanti giovani astanti. La richiesta non è retorica, perché la sua televisione, nata negli USA nel 2005, vuole rappresentare un nuovo modello di creazione e di fruizione del mezzo, basato sui contenuti generati dagli utenti.
La televisione secondo Gore è ancora più cattiva della “cattiva maestra” Popperiana, una sorta di schermo ipnotico che forgia l’opinione pubblica ad uso e consumo dei governi e delle corporation.
La sua Current Tv, invece, prima di arrivare sulla piattaforma del maggior broadcaster mondiale, passa attraverso internet. L’unico vero medium capace, se libero dal controllo governativo, di dispensare democrazia. “Nel mio Paese la democrazia soffre della concentrazione del controllo dell’informazione”, quello stesso spaventoso controllo che ci ha dato “false impressioni” sull’Iraq e sull’ambiente. Che ci ha raccontato che in Iraq c’erano i cattivi e che il riscaldamento globale non esiste. “Non posso parlare dell’Italia – specifica – ma questo è quello che accade negli Stati Uniti”. E ci sono evidentemente molte altre cose di cui non può parlare, visto che, mentre i giornalisti presenti scalpitano per chiedere come finirà la Guerra dei Democrats, le uniche domande ammesse sono quelle concordate. Bella presentazione per la tv che, promette il co-fondatore, “non conosce censura”.
“Ora anche tu puoi dire la tua”, recita il claim del canale. L’idea di Al Gore è stata considerata rivoluzionaria, l’inversione, come ha detto Aldo Grasso, della piramide comunicativa.
La rivoluzione, però, ha i suoi ovvi limiti.
Una televisione senza alcun filtro è irrealizzabile, e questo Gore lo sa bene. Il flusso di pillole informative – i “Pod” – di vario genere, è composto per il 30% da generated user contents, mentre il restante 70% è opera del personale della rete. La redazione di Current Tv, composta da giovani che masticano web e blog, riceve i video postati dagli utenti sul sito del canale. Poi li visiona, li seleziona secondo criteri indicati in partenza, ne perfeziona, se necessario, il montaggio et voilà, la pillola è on-line. I video preferiti dagli utenti del sito vengono poi messi in onda sul canale satellitare e i loro autori ricevono un compenso. Le storie raccontate devono essere originali, infrangere cliché, non avere limiti.
In definitiva l’intera struttura concettuale del canale non fa che riaffermare subliminalmente le posizioni che conosciamo bene.
Morale della favola: non è che anche gli utenti-creatori di Current finiranno per poter dire solo “quella” di Gore?