Tornano gli esami di riparazione: così la Gelmini vuol cambiare la scuola
03 Giugno 2008
di Sara Valeri
Lo studio è fatica e la fatica va ripagata. Gli studenti che dimostrano di essere diligenti e competenti meritano di andare avanti e meritano di apprendere ancora e ancora. Ma solo loro. Chi invece accumula debiti formativi e rimane indietro è giusto che si fermi. Il ministro dell’Istruzione universitaria e ricerca Mariastella Gelmini si dice favorevole al ritorno degli esami di riparazione come metodo per colmare le lacune e recuperare i debiti entro l’anno scolastico.
Il ministro ha parlato alle telecamere di ‘Panorama del Giorno’, programma televisivo in onda su Canale 5.
Il ventaglio dei temi toccati dalla Gelmini spazia su tutto il mondo scolastico e porta aria nuova non solo su esami di riparazione e meritocrazia, ma anche su temi delicatissimi quali bullismo ed educazione civica sui banchi di scuola e sull’università.
Il ministro ha le idee chiare e vede nella scuola lo strumento educativo per eccellenza, non solo per insegnare la matematica, rispetto alla quale le statistiche degli ultimi mesi danno noi italiani come asini raglianti della ‘classe Europa’.
Il ministro Gelmini pensa a "una reintroduzione dell’educazione civica non tanto con ulteriori ore di apprendimento, quanto attraverso la formazione all’educazione civica nell’ora di storia, in ore di lezioni già previste. Io credo – continua la Gelmini – che sia un fatto importante e anche attraverso l’educazione civica si fa educazione ambientale".
A tal proposito il capo del dicastero ha già pensato, d’accordo con il ministro Prestigiacomo, di introdurre la materia ‘Educazione ambientale’ per farne un progetto pilota che parte dalla Campania.
L’educazione al comportamento in società non deve più essere trattato come un insegnamento di serie ‘B’: "E’ un momento formativo molto importante – ha detto la Gelmini – e’ una forma di educazione alla convivenza, anche di educazione alla legalità, e credo che sia un presupposto fondamentale per fare in modo che i giovani diventino cittadini consapevoli, consapevoli dei diritti ma anche dei doveri e delle responsabilità che ciascuno di noi riveste essendo parte di una comunità".
E imparare le regole del buon vivere sociale significa per il ministro Gelmini imparare anche le norme dell’educazione stradale e quelle, scritte e non scritte, per l’utilizzo dell’alcol, temi delicati a volte presi con eccessiva leggerezza dalle giovani generazioni.
Come parlare dunque ai giovani? Con la scuola. Una scuola autonoma e sempre più a stretto contatto con le famiglie. La Gelmini si propone infatti di incontrare i rappresentanti di genitori e degli studenti per un lavoro congiunto. Detto fatto. Il ministro ha incontrato oggi i rappresentanti del Forum delle Associazioni dei genitori della scuola. Dal meeting è emersa la volontà da entrambe le parti di redigere e di sottoscrivere un ‘Patto di corresponsabilità’ e di fissare un calendario di appuntamenti per non trattare il tema solo per affrontare emergenze educative, come quella del bullismo, ma per un programma sistematico di interazione e dialogo tra dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e studenti. E il primo confronto è già stato fruttuoso: si è deciso il metodo e sono state gettate le basi per affrontare i temi più caldi partendo dal fare una ‘fotografia’ dei giovani e delle loro abitudini per passare alla comprensione dei motivi che li spingono a comportamenti sregolati e scorretti.
La Gelmini non una mezzi termini: "Bisogna pretendere dai ragazzi comportamenti più rigorosi". L’affermazione del ministro trova d’accordo dei dirigenti e del governo ombra. Le prime mosse dell’esecutivo in tema di istruzione sono infatti state apprezzate anche da alcuni esponenti del Governo ombra come Maria Pia Garavaglia, che ha detto: "Questa cautela da parte del ministro mi sembra una forma di rispetto nei confronti della scuola. E’ un fatto positivo che si sperimenti prima di cambiare qualcosa".