Lo strano caso della moschea di Colle Val d’Elsa

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Lo strano caso della moschea di Colle Val d’Elsa

Lo strano caso della moschea di Colle Val d’Elsa

04 Aprile 2008

Non si placano le polemiche sulla Moschea di Colle Val d’Elsa. E’ prevista per oggi una manifestazione pubblica per protestare contro la costruzione, “di dubbia legalità”, del centro di culto islamico nella cittadina della provincia senese. Non solo perché – come
ebbe efficacemente a sottolineare Oriana Fallaci – essa rapresenta uno sfregio
ai luoghi, all’ambiente e alla storia del territorio. E perché l’imposizione della moschea ai cittadini di
Siena e dintorni ha costituito un forte elemento di disagio e disgregazione
sociale. Ma soprattutto perché l’approfondimento dell’iter che
ha portato alla realizzazione del centro di culto islamico sarebbero emerse
irregolarità tali da rendere auspicabile l’intervento del ministro
dell’Interno. Lo stesso ministro Amato, peraltro, nella faccenda di Colle Val d’Elsa era già intervenuto esprimendo le proprie perplessità sulla natura dei finanziamenti di tutte le moschee costruite sul territorio italiano, compresa quella.

Dalle richieste ufficiali, dunque, alla piazza. E tra coloro che manifestano spiccano i nomi di due “musulmani moderati” Souad
Sbai, la presidentessa dell’Associazione donne marocchine d’Italia, oggi candidata del PdL, e il sociologo e saggista Khaled Fouad Allam. Assieme a loro il senatore di Forza Italia, Gaetano Quagliariello,  Riccardo Mazzoni, attualmente direttore del Giornale della Toscana, entrambi candidati del PdL, e il giornalista e scrittore
Carlo Panella.

In
quella sede, tra l’altro, Fouad Allam annuncerà ufficialmente l’addio al Partito democratico,
nelle cui file era stato eletto deputato nella scorsa legislatura, e dal quale
è stato escluso a sorpresa al momento di stilare le candidature per le elezioni
del 13 e 14 aprile. Fouad Allam ha accettato di collaborare con la Fondazione
Magna Carta.

Sempre nel corso della manifestazione, il senatore
Quagliariello illustrerà un’interrogazione urgente presentata al ministro
dell’Interno, che ripercorre l’annosa vicenda dal momento in cui – nel dicembre
2003 – il Comune di Colle Val d’Elsa aveva concesso in diritto di superficie
per 99 anni all’Associazione comunità musulmana di Siena e Provincia un’area
edificabile per la costruzione di un centro culturale islamico a canone
concordato di 259.200 euro, fino all’apertura da parte della Procura di Siena
di un fascicolo d’inchiesta in cui si ipotizzano gravi irregolarità nella
costruzione della moschea, anche in base ad una relazione peritale secondo la
quale i lavori avrebbero avuto inizio ben oltre la scadenza del termine fissato
dal Comune.

Di qui la sollecitazione al Viminale, in virtù della
minaccia di turbativa all’ordine pubblico rappresentata da una vicenda che ogni
giorno di più sta scuotendo la cittadinanza. “Naturalmente non si può
essere sempre, in ogni caso, contrari alla costruzione di una moschea – spiega
Quagliariello -. Nessuno immagina di vietare ai musulmani di praticare il loro
culto. Ma vi sono alcune condizioni insuperabili che devono essere rispettate,
in assenza delle quali si rischia che per un malinteso multiculturalismo la
realizzazione di una moschea avvenga a detrimento della nostra religione e
della nostra cultura”. E’ necessario, dunque, che “vi sia rispetto
dei luoghi e del loro significato”, che vi sia “proporzione con i
luoghi culturali e di culto riservati alla nostra tradizione”, che in
nessun caso vengano violate le nostre leggi e vi sia “massima trasparenza
nei finanziamenti e l’accordo della comunità locale”.

Niente di tutto ciò sembra esserci a Colle Val d’Elsa. Per
questo, accanto a politici e intellettuali italiani, anche due musulmani come
Khaled Fouad Allam e Souad Sbai non hanno paura a scendere in campo per dire
“no”.