La salvezza di Alitalia passa per Air France, il sindacato non può guardare altrove

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La salvezza di Alitalia passa per Air France, il sindacato non può guardare altrove

08 Aprile 2008

Fu chiaro quasia tutti, un anno e mezzo fa circa, che i paletti contrattuali imposti dal governo nel piano di privatizzazione di Alitalia avrebbero scacciato qualunque acquirente.

Ma lo scenario di oggi è complicato da un ulteriore dato: il controproducente comportamento sindacale nella gestione della trattativa con il gruppo Air France-Klm; l’unico interlocutore sufficientemente dotato dal punto di vista industriale e finanziario per prospettare un futuro alla nostra compagnia di bandiera.

Il sindacato dei lavoratori è per genesi un organismo espressione della società e da essa trae la legittimazione all’azione pratico-politica: il sindacato è la sede di espressione della doxa popolare, in particolare della doxa lavoratoris. Rappresentanza finalizzata alla conquista e alla tutela di diritti individuali e collettivi di un insieme sociale di persone che condividono un tratto: l’essere lavoratori.

Il secondo cardine dell’essenza del sindacato è, direi, sovra-sociale, e risiede nel luogo dove esso esercita l’azione di rappresentanza: l’azienda. L’azienda è infatti il palco della ribalta sindacale, luogo di composizione degli interessi tra il lavoratore e la sua naturale controparte: il datore di lavoro. Il rapporto tra impresa e sindacato è perciò biunivocamente intrecciato, i destini di entrambi sono legati l’uno all’agire dell’altro.

I presupposti sociali che hanno tradizionalmente governato i rapporti tra sindacato e società sono stati travolti dall’accelerazione impressa dalla globalizzazione e dallo sviluppo tecnologico. A loro volta “i rapporti sociali di produzione”,tra sindacato e proprietà, tradizionalmente scanditi dall’asimmetria creata dalla proprietà dei mezzi di produzione, non sono più gli stessi.

L’impresa, guidata dall’imperativo della competitività, ha reagito ai cambiamenti indotti dall’evolversi della società ed oggi ha un perimetro ed un’essenza completamente diversa rispetto all’impresa del primo dopoguerra. La letteratura moderna parla di “impresa a rete”, un espressione che sta ad indicare il nuovo tratto determinante di quella istituzione sociale : la sua apertura verso l’esterno. La globalizzazione infatti porta con sé forme accentuate di competizione, competenze transnazionali, e un’accentuata ciclicità economica. La risposta dell’impresa è stata l’abbattimento dei suoi confini, la condivisione di molte fasi strategiche nella creazione del valore, e nuove forme di coinvolgimento nella proprietà dei lavoratori più competenti attraverso meccanismi di incentivo e fidelizzazione. Lo sviluppo tecnologico, invece ha comportato il sostanziale abbattimento delle barriere all’ingresso in molti settori produttivi. La risposta dell’impresa è stata dotarsi di tecnologie che fossero sempre più aperte alla contaminazione dall’esterno, perché le risorse interne sono per definizione inferiori a quelle che l’intero mercato può offrire. Il sistema impresa ha capito che il suo mercato più importante è innanzitutto quello delle risorse umane, e ad esso si apre in misura sempre maggiore.

Il sindacato non può che fare i conti con questo nuovo sistema di rapporti sociali, perché oggi il sindacato dei lavoratori costruito con le vecchie categorie di riferimento non ha più il suo mercato. L’emergere di professionalità multiformi, internazionali, aperte e il relativo declino di quelle tradizionali apre la stagione di una nuova rappresentanza. Il sindacato deve essere in grado di tutelare i diritti e le esigenze del “lavoratore a rete”. Parte pro-attiva della mobilità e della formazione perpetua dovrebbe proporsi ai lavoratori come la sede di contatto con le imprese, il consulente delle carriere individuali, il calderone delle risorse umane a cui l’impresa attinge, il gestore di percorsi di crescita ed istruzione individuali. Il sindacato moderno deve parlare il linguaggio della mobilità,della flessibilità e della competitività. Deve essere gestito in maniera cristallina, nell’unico vero modo che lega la gestione alla performance: la partecipazione degli stakeholders al profitto. Solo in questo modo il sindacato sarà di nuovo il luogo della doxa lavoratoris.

L’aritmia storica del sindacato si è palesata nell’esito delle trattative tra Air France-Klm e le tre confederazioni. La salvezza e lo sviluppo di Alitalia è il presupposto perché il mercato del lavoro del settore aeronautico-civile si rivitalizzi. Così l’interesse dei lavoratori di Alitalia, attuali e potenziali, non risiede nel mantenimento di un posto di lavoro già destinato a morire, ma nella crescita del vettore stesso e nello sviluppo più ampio del settore. Ad oggi Air-France rappresenta il futuro di crescita per Alitalia, il sindacato non può guardare altrove.