Pensioni, Poletti ha firmato il decreto: al via il part-time in uscita
15 Aprile 2016
Al via il part-time agevolato in uscita per i lavoratori che sono prossimi alla pensione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha firmato il decreto che disciplina le modalità della norma introdotta dalla legge di Stabilità 2016. Il nuovo meccanismo si rivolge ai lavoratori del settore privato con contratto a tempo indeterminato e orario pieno. E’ necessario che possiedano il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) e che maturino il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018.
La norma contenuta nel decreto mette a disposizione dei dipendenti del settore privato la possibilità di sccegliere per un part-time con l’intesa che l’azienda versi al lavoratore i contributi che sarebbero stati a suo carico in caso di full time, negli ultimi anni di contratto. Inoltre, è prevista un’aggiuntiva contribuzione figurativa computata sulla prestazione non effettuata a a carico della finanza pubblica.
La misura prevede che vengano finanziati 60 milioni nel 2016, 120 nel 2017 e 60 nel 2018. Ci sarà una riduzione di orari tra il 40 e il 60% a chi matura il requisito anagrafico per la vecchiaia a fine 2018. Nello specifico: 66 anni e 7 mesi per i lavoratori dipendenti maschi mentre per le donne 65 anni e 7 mesi per il biennio 2016-2017 e 66 anni e 7 mesi per il 2018. Il decreto è stato trasmesso ieri alla Corte dei Conti e diventerà operativo solo dopo la relativa registrazione.
È, poi, allo studio una nuova estensione della cosiddetta ‘Opzione donna’. Si tratta di quel regime sperimentale nato nel 2004 e appena rilanciato che consente alle lavoratrici dipendenti l’uscita anticipata con 57 anni e 35 di contributi ma con ricalcolo contributivo della pensione. Restano in gioco anche le soluzioni più strutturali che riguardano i requisiti di età o contributivi partendo dai disegni di legge presentati in Parlamento o dalla proposta avanzata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri.
Differente il punto di vista del presidente della commissione al Senato, Sacconi: “Le due ipotesi legislative oggi disponibili sono molto onerose e presuppongono un lavoro a tempo parziale che nessuna delle parti desidera. Lo stesso decreto odierno sarà ragionevolmente utilizzato da pochissime grandi imprese e il part-time sarà vissuto come una finzione”, prosegue Sacconi. “Accanto alla auspicabile flessibilità dell’età di pensione, almeno per coloro che erano già adulti all’atto di approvazione della riforma, dovremmo finalmente individuare una possibilità di esodo anticipato per non più di 3-4 anni protetto da versamenti contributivi e da un sostegno al reddito distribuiti tra lo Stato e il datore di lavoro a sua volta incentivato dalla deducibilità dei relativi oneri”.