Manovra, Renzi alla Ue: Non si cambia. Boeri (INPS): “Giovani dimenticati”
22 Ottobre 2016
Dopo la due giorni a Bruxelles, Matteo Renzi continua a difendere la manovra 2017, prendendosela con le “tecnocrazie”. “La legge di bilancio non si cambia,” ha detto Renzi, “se l’Ue avrà osservazioni da fare, ascolteremo”. In realtà , dalla richiesta di flessibilità siamo passati al riconoscimento delle spese ‘eccezionali’ per migranti e terremoto, come ha fatto capire il premier. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan rassicura: “Il dialogo continua, la Commissione non ha espresso nessuno scetticismo”. Ma la situazione dei conti pubblici italiani resta sempre sotto osservazione, nonostante quello che dicono Renzi e Padoan.
I numeri del DEF non combaciano con le aspettative europee, ha fatto sapere il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, chiedendo all’Italia maggiori sforzi sul bilancio e i conti pubblici. Bruxelles sembrerebbe disposta ad accettare un deficit nominale in salita al 2,2%-2,3%, purchè, rilevano gli esperti, vi sia almeno un miglioramento dello 0,1% sul saldo calcolato al netto del ciclo e delle una tantum. Renzi riduce tutto a una questione di zero virgola, ma agli occhi di Bruxelles restano aperte questioni come le coperture incerte o provvedimenti come la voluntary disclosure.
Ma gli attacchi alla sostenibilità della manovra arrivano anche dall’Italia. Secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, questa manovra “rientra un po’ nel solco delle ultime leggi di stabilità ”, perché “interviene sulle pensioni e sull’età immediatamente precedente a quella della pensione”, dimenticando i giovani. Secondo Boeri, “un Paese che smette di investire sui giovani è un Paese che non ha grandi prospettive di crescita”. Non solo. Puntare sulla quattordicesima per i pensionati potrebbe essere poco utile, perché spesso il nucleo famigliare ha già abbastanza risorse. Secondo le stime dell’Inps, 7 persone su 10 che riceveranno questa quattordicesima si trovano in famiglie dove il reddito complessivo è già alto.
Mette le mani avanti anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia: “Le perplessità di queste ore che provengono dall’Unione Europea sul Documento programmatico di Bilancio inviato dal governo italiano non mi sorprendono perché figlie di un negoziato che, per la verità , in pochi hanno capito”. “Condivido le critiche del Premier Renzi sul surplus della Germania e sul mancato rispetto in questi anni del rapporto Deficit/Pil di molti Paesi europei, a partire dalla Francia, ma se c’era l’intenzione di rompere con la UE forse sarebbe stato più coerente farlo due anni fa, di fronte ad un corposo programma di investimenti pubblici e riduzione delle imposte. Renzi sulle imposte ha fatto il possibile, sugli investimenti è rimasto, invece, imbrigliato dai vincoli. Rompere oggi per qualche ‘zero virgola’ di margine e’ chiaramente poco comprensibile a tanti, sia in Italia che a Bruxelles. Andrebbe capito meglio chi ha fatto il negoziato e perche'”, conclude.