Stipendi parlamentari, tra Renzi e 5 stelle continua gioco delle parti

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Stipendi parlamentari, tra Renzi e 5 stelle continua gioco delle parti

27 Ottobre 2016

Il taglio degli stipendi dei parlamentari continua ad animare le polemiche a distanza tra Renzi e Grillo, Pd e Movimento 5 Stelle. Da Napoli, tappa del giro nel Mezzogiorno che Renzi sta facendo per cercare di drenare voti per il Sì al referendum in una zona del Paese che sembra propensa al NO, Renzi fa sapere che “M5S ha fatto solo la ‘mossa’ sul taglio dei costi della politica. Io credo che se lavori il 37% e non vieni licenziato allora è giusto che tu sia pagato il 37%. Io sono d’accordo a dimezzare gli stipendi dei parlamentari, quello che mi ha sorpreso dei Cinque stelle è che non hanno parlato della riforma”.  

Nel campo opposto, durante la sua visita a Roma, Beppe Grillo ha incontrato i vertici di M5S, Luigi Di Maio e Virginia Raggi, Roberto Fico e Roberta Lombardi, Carla Ruocco e Carlo Sibilia, Paola Taverna e i consiglieri romani in Campidoglio, cercando di sanare le ferite e le divisioni interne al movimento. Dentro M5S restano le divisioni e le accuse incrociate sull’esito della mobilitazione sul voto per il taglio delle indennità parlamentari, con una serie di polemiche che hanno offuscato la battaglia che i grillini si erano intestati in parlamento. Polemiche a distanza e tenute per quanto possibile sotto traccia tra la giunta a guida Raggi e Roberta Lombardi, prima firmataria della proposta sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari.

Ieri intanto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Luca Lotti, aveva fatto sapere “Abbiamo detto che siamo disponibili” al taglio degli stipendi dei parlamentari, “l’importante è che le cose si facciano per bene, non con spot elettorali fatti ad hoc”. “Noi ci siamo, ci trovate dappertutto, con tutte le disponibilita’ del caso. E’ solo una questione di come farlo e la volontà di volerlo veramente fare”, ha aggiunto. Sempre ieri, il senatore pentastellato Airola era andato all’attaco della RAI e del direttore del Tg1 Orfeo dicendo che la tv pubblica ha fatto “un servizio agghiacciante” sulla proposta M5s per il taglio degli stipendi dei parlamentari.  

Per adesso la proposta di legge sul taglio delle indennità dei parlamentari è stata rinviata in commissione da un voto dell’aula della Camera. Era approdata in assemblea in quota opposizione ma la maggioranza ha liquidato la proposta di Movimento 5 stelle, proprio sotto gli occhi di Beppe Grillo, approdato in tribuna a Montecitorio per dare maggiore forza simbolica all’appuntamento. “Siamo andati, per discutere una cosa importante e loro hanno inglobato le cose, come cibo per la loro trasformazione come i ruminanti”, ha commentato sul blog il leader M5S.  

Dal salotto di Vespa, Matteo Renzi aveva risposto alle accuse di Grillo: “Siamo disponibili a tagliare gli stipendi ai parlamentari, purché non si tratti di un giochetto, di una mossa di Grillo. “La maschera è caduta, se mai qualcuno avesse una speranza che queste persone possano fare una scelta giusta”, ha commentato Luigi Di Maio. Per Roberta Lombardi, il voto dei giorni scorsi è stata una dimostrazione di “miopia politica” e di “attaccamento ai privilegi” da parte del Pd. “Fanno una campagna elettorale – ha spiegato – centrata sullo stravolgimento della forma di Stato e di Governo per tagliare i costi della politica e poi…”.