In ballo fusione Bpvi e Veneto Banca, le mosse del Fondo Atlante

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In ballo fusione Bpvi e Veneto Banca, le mosse del Fondo Atlante

29 Ottobre 2016

Già l’anno scorso c’era stato l’annuncio da parte del gruppo Unicredit di presentare 12 mila esuberi a livello di gruppo, i cui effetti si sono e si stanno vedendo anche ora. Altri licenziamenti furono anticipati anche da Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Intesa da Paolo, Popolare di Vicenza e Veneto Banca con circa mille esuberi. Lo stesso drammatico scenario si sta nuovamente verificando quest’anno, frutto di difficoltà finanziarie e di piani industriali spesso solo lacrime e sangue. Il bilancio degli esuberi previsto da molte banche italiane lascia presagire delle drammatiche conseguenze. E’ stato per primo infatti il Consiglio d’amministrazione di Monte paschi di siena ad annunciare un bilancio in rosso per 849 milioni nei primi 9 mesi del 2016, e la chiusura di 500 filiali, oltre 2.500 esuberi.

E’ stato anche deliberato un aumento di capitale fino a 5 miliardi per evitare lo spettro del bail-in. A fronte di un utile netto di 1,1 miliardi entro il 2019, il prezzo più alto lo pagheranno quindi i dipendenti. D’altra parte anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno dato l’OK ad un piano che prevede di mandare a casa migliaia di dipendenti imboccando così la strada dei licenziamenti collettivi. La banche oggi devono lasciare spazio all’utilizzo di pc, tablet e smartphone e alla digitalizzazione dei servizi. Il presidente della Popolare di Vicenza Gianni Mion ha infatti parlato di circa  1.500 esuberi. Per Veneto banca invece si parla di 700 esuberi. Dopo gli aumenti di capitale, il futuro per queste due banche è quello della fusione.

Detto ciò Quaestio Sgr, gestore del fondo Atlante, ha inviato ai Cda della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca una lettera in relazione ai piani industriali che andranno presentati entro fine anno alla Bce, chiedendo che esaminino l’ipotesi di una fusione. “Nell’ambito del piano è opportuno che le due banche valutino un possibile scenario di fusione e identifichino chiaramente le sinergie rispetto a una situazione stand-alone”, si legge nella lettera di Quaestio. Due mesi per mettere a punto il progetto di fusione. Al progetto lavoreranno i due amministratori delegati, Cristiano Carrus per Veneto banca e Francesco Iorio per la Popolare di Vicenza, assieme ai loro più stretti collaboratori. La richiesta del fondo Atlante arriva a valle dei colloqui avuti con la Bce. Quaestio, che chiede di vedere i piani prima che siano inoltrati a Francoforte, suggerisce di istituire uno “steering commitee” composto “in prevalenza da consiglieri delle banche e consulenti” allo scopo di “garantire l’indispensabile coordinamento tra le due banche, e tra management e rispettivi consigli”.

In relazione al piano il gestore del fondo Atlante suggerisce anche che “siano evidenziate le iniziative straordinarie pianificate per il 2017 mirate a ristabilire solide basi su cui poggiare il rilancio industriale”. Per ogni misura dovrà essere indicato l’“impatto stimato sui principali coefficienti patrimoniali della banca”. Il piano dovrà anche contenere “i dettagli delle leve industriali e delle misure finanziarie” che le banche intendono adottare “per assicurare la sostenibilità della continuità aziendale e il definitivo ritorno alla redditività”. “Contiamo che il piano” contenente l’ipotesi di una fusione tra la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca “possa prefigurare una definitiva cesura con il passato e un altrettanto definitivo rinnovamento e rilancio delle due istituzioni che avete l’onere di guidare”. È quel che scrive Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr, gestore del fondo Atlante, ai cda delle due banche, nella lettera con cui ha sollecitato la predisposizione di un piano comune che prevede l’ipotesi di una fusione.