Terremoto: scossa magnitudo 4.3 a Potenza
29 Ottobre 2016
Il Centro nazionale terremoti dell’Ingv ha registrato alle 13,58 in provincia di Potenza una scossa di terremoto con una magnitudo di 4.3. I comuni più vicini all’epicentro della scossa, localizzata a una profondità di 270 km, sono: Maratea, Trecchina e Nemoli. Fino a questo momento in nessun Comune sono stati segnalati danni a persone o cose.
Mentre sul terremoto che ha colpito il 26 ottobre le province di Macerata e Perugia, i ricercatori del Cnr e dell’Ingv hanno rilevato le deformazioni del suolo provocate dal sisma. Il campo di deformazione rilevato si estende per circa 20 Km in direzione Nord e presenta un abbassamento del suolo massimo di circa 18 cm.
”Utilizzando i dati del satellite giapponese Alos 2, il team di ricercatori di Cnr-Irea e Ingv ha misurato anche in questa occasione e con alta precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto, utilizzando l’interferometria differenziale”, spiega Riccardo Lanari, direttore del Cnr-Irea.
”In questo caso, la banda di frequenze utilizzate (banda L) dal radar operante a bordo del satellite Alos 2 ci ha consentito di rilevare le deformazioni del suolo nonostante la zona colpita sia particolarmente coperta da vegetazione”, continua. “Tali deformazioni – prosegue – si verificano circa 8 chilometri più a Nord, rispetto alle deformazioni provocate dal terremoto di Amatrice del 24 agosto e caratterizzano una zona che si estende per circa 20 km in direzione Nord e presenta un abbassamento del suolo massimo di circa 18 cm (corrispondenti a 22 centimetri di allontanamento, rispetto alla linea di vista del radar) in corrispondenza dell’area di Vallestretta”.
”I movimenti del suolo misurati dal satellite, insieme ad altri dati geologici e sismologici, sono ora in corso di analisi per elaborare dei modelli fisico-matematici tramite i quali sarà possibile individuare la faglia sorgente del terremoto e caratterizzarne l’attività profonda – spiega Stefano Salvi, dirigente tecnologo dell’Ingv – I primi risultati sembrano indicare che la faglia attivata il 26 ottobre faccia parte della stessa struttura geologica che ha causato il terremoto di Amatrice. Il piano di faglia quindi è inclinato verso ovest di circa 50°, si colloca tra 10 e 3 chilometri di profondità, e non raggiunge la superficie”.
”A partire dalla sequenza di Colfiorito nel 1997 i dati satellitari radar sono stati utilizzati molte volte in Italia per individuare sorgenti sismiche e vulcaniche, grazie anche alle tecniche sviluppate dai ricercatori del Cnr-Irea, che oggi sono all’avanguardia nel panorama internazionale”, conclude.