Siria, nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma Cina e Russia pongono il veto

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Siria, nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma Cina e Russia pongono il veto

06 Dicembre 2016

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite boccia la nuova risoluzione per stabilire una tregua umanitaria in Siria a causa del veto di Russia e Cina. La risoluzione ha ricevuto, oltre ai due veti, undici sì, e un solo voto contrario, quello del Venezuela,, mentre l’Angola si è astenuta.

La bozza, promossa da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna, era oggetto di discussione del Consiglio di Sicurezza da diverse settimane. Mosca aveva chiesto all’ultimo minuto di posticipare il voto a martedì, ma i promotori del testo hanno deciso di ignorare la richiesta e sottoporlo al voto del Consiglio. Nel testo si chiedeva “una tregua di sette giorni ad Aleppo” per dare soccorso alla popolazione civile e la garanzia di un’ immediata cessazione delle ostilità .

Vitaly Churkin, ambasciatore russo alle Nazioni Unite, ha giustificato con queste parole il proprio veto: “Come sappiamo bene questo tipo di tregue sono state sfruttate dai combattenti per fare rifornimento di munizioni e consolidare le posizioni. E questo non farebbe altro che aggravare la sofferenza della popolazione civile”.

Michele Sison, Vice ambasciatrice Usa all’ONU, ha controbattuto “ La Russia dice di essere vicina al raggiungimento di un accordo con gli Stati Uniti per trovare una soluzione per la situazione ad Aleppo Est e afferma che questa risoluzione danneggia i negoziati. Si tratta di una scusa priva di fondamento. Non abbiamo raggiunto nessun accordo con la Russia che è stata troppo concentrata sul tentativo di salvaguardare le proprie conquiste militare piuttosto che sull’aiuto da dare alla popolazione civile di Aleppo” .

Le dichiarazioni dei due rappresentanti di Mosca e di Washington in merito alle rispettive posizioni sulla risoluazione rispecchiano perfettamente la contrapposizione tra i due paesi che da mesi sta paralizzando le Nazioni Unite e impedisce una presa di posizione chiara e univoca nei confronti del conflitto. 

Intanto ad Aleppo e nella periferia prossima si aggrava la situazione umanitaria: si perpetuano violazioni dei diritti umani da tutte le parti in causa mentre l’assistenza umanitaria è ostacolata dalle violenze e dai conflitti a fuoco tra le forze in campo. Ormai le persone senza acqua potabile e con poco o nessun accesso a cibo e medicine sono 1,3 milioni. Secondo le stime di Unicef Italia sono  “oltre 7.000 gli sfollati in pochi giorni da Raqqa, a seguito delle operazioni militari lanciate contro il cosiddetto Stato Islamico, dove si trovano più di 175.000 bambini esposti ad ogni tipo di rischio” 

Alle vittime e agli sfollati si aggiungono infrastrutture distrutte, ospedali e scuole inutilizzabili. L’Unicef avverte: “Ci sono 6 milioni di bambini in Siria colpiti dal conflitto su un totale di 13,5 milioni di civili, una catastrofe mondiale che non trova precedenti dal dopoguerra ad oggi e che non dobbiamo dimenticare”.