Vivendi spera che Berlusconi abbocchi. Intanto oggi i francesi sono in Italia
16 Dicembre 2016
Il primo giorno di tregua negli annunci della scalata francese è stato accompagnato da un rintracciamento del titolo Mediaset che ieri è stato sospeso più volte in Borsa. Ieri è passato di mano un altro 4% del capitale che porta al 23% il capitale negoziato nelle ultime tre sedute.
Bollorè avrebbe speso qualcosa come 800 milioni per mettere da parte il 20% di Mediaset che ha raggiunto: vorrebbe dire che il prezzo di carico è di 3,38 euro per azione. Da Parigi arrivano comunque segnali nella direzione di far valere quella quota sul tavolo di un negoziato che possa riprendere dal punto in cui sono stati interrotti i rapporti nel luglio scorso. Però, piccolo dettaglio, per trattare bisogna essere in due.
È chiaro che se l’intento di Bolloré è di sedersi a trattare da una posizione di maggior forza, nondimeno la famiglia Berlusconi non vuole farsi trovare sguarnita. Oggi “l’ambasciatore” di Bolloré, l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, sarà in Italia per partecipare al cda Telecom: a Roma a partire dalle 10. Non è escluso che ne approfitti per una visita legata al dossier Mediaset.
Ieri, dopo la dura nota del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che ha definito ostile e inappropriato l’acquisto di azioni italiane da parte del gruppo di Bolloré, è intervenuto il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Il Governo non può impedire una dinamica di mercato, ma può mettere, come fatto dal ministro Calenda, dei paletti”. Mediaset, ha aggiunto Orlando, è “un’azienda che opera in un settore particolare, su concessioni pubbliche credo che il Governo abbia strumenti di condizionamento che dovrebbe utilizzare, non guardando a chi è il proprietario di quell’azienda, ma ai 20mila dipendenti e al fatto che è un’azienda che opera in un settore che riguarda tutti gli italiani, quello dell’informazione”.