Piazza Affari, bene per Mediaset e Mps. Il piano salva banche prevede interventi fino a 20 miliardi

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Piazza Affari, bene per Mediaset e Mps. Il piano salva banche prevede interventi fino a 20 miliardi

Piazza Affari, bene per Mediaset e Mps. Il piano salva banche prevede interventi fino a 20 miliardi

20 Dicembre 2016

La Borsa di Milano apre con un rialzo che sfiora lo 0,7% mentre le azioni Mediaset a mezz’ora dall’apertura guadagnano il 14% dopo essere state più volte fermate e riammesse alle contrattazioni. Occhi puntati anche sul titolo Mps che sale del 4%. Lo spread tra Btp e Bund apre in leggero rialzo a 158,7 punti con un rendimento all’1,84%. ieri il differenziale tra i due titoli aveva chiuso a 157 punti. 

Dopo una prima parte di mattinata incerta a Piazza Affari, gli indici hanno virato in rialzo e, a circa un’ora dall’apertura delle contrattazioni, il Ftse Mib segna un +0,74% a 19.109 punti, mentre l’All Share guadagna lo 0,70%. Sul paniere principale, balzo a due cifre per Mediaset: il titolo del Biscione, che non era riuscito a fare prezzo in apertura e, poi, ammesso alle contrattazioni, aveva subito una raffica di sospensioni per eccesso di volatilità, guadagna il 16,6% a 4,19 euro. Ieri Vivendi ha reso noto di voler salire fino al 30% nell’azionariato suscitando la reazione di Fininvest che ha presentato un esposto alla Consob.

Tra gli altri titoli, molto bene tutto il comparto bancario: Banco popolare 3,4%, Bpm +3,3%, Mps +2,5% (al suo secondo giorno di aumento di capitale), Intesa sp +1,2%, Mediobanca +1,3%, Ubi +2% e Unicredit +1,2%. Nell’energia, Eni invariata, Saipem cede lo 0,6% dopo i guadagni della vigilia. Tra i pochi titoli col segno meno, Campari (-1%), Buzzi (-0,7%), e Atlantia (-0,5%). 

Intanto  il decreto con la rete di sicurezza pubblica per le banche in difficoltà e con gli altri interventi in programma sugli istituti di credito arriverà in settimana, probabilmente fra giovedì e venerdì, e metterà in campo un fondo fino a 20 miliardi.

Per il sistema banche-debito pubblico ci troviamo in una situazione simile a quella fra la fine del 2011 e il 2012, in cui si era scatenata la speculazione e si dava per certo in autorevoli ambienti finanziari internazionali, che entro un anno l’Italia sarebbe fallita. Bastò che Draghi  annunciasse che avrebbe preso qualsiasi misura prendibile perché un Paese dell’euro sotto attacco non fallisse, per calmare la speculazione senza che la Bce spendesse un euro. Pertanto qualcuno pensa che se lo Stato dichiarerà in modo chiaro che è pronto a intervenire e le forze politiche di opposizione diranno che sono disposte a sostenere il decreto turandosi il naso, la crisi bancaria sarà scongiurata e il risanamento di Mps avverrà nel modo meno oneroso per tutti.