L’ecobonus, la lotta all’evasione e quella incertezza normativa che blocca tutto
04 Giugno 2022
Ecobonus, quante incertezze. Il balletto normativo sul superbonus al 110% adesso rischia di diventare un boomerang per le aziende italiane. Secondo Cna, ci sono 2,6 miliardi di crediti anticipati dalle aziende fermi in attesa che si faccia chiarezza sul provvedimento. Parliamo di oltre 33mila imprese del settore edilizio, il doppio considerando tutti i settori toccati dall’ecobonus. Molte rischiano di fallire, altrettante di fermare cantieri già avviati. Sarebbero 150 mila i lavoratori che rischiano di rimanere a casa se non ci sarà un intervento che faccia chiarezza sul provvedimento, bruciando gli effetti positivi sulla occupazione della ripartenza post covid nell’edilizia. Da qui l’allarme lanciato dalla Confederazione dell’Artigianato e della Piccola e media impresa.
Le imprese hanno riconosciuto ai loro clienti lo sconto in fattura per o lavori eseguiti con il Superbonus. Un aspetto, questo, da non sottovalutare, perché l’obbligo di emettere fattura è una garanzia contro la evasione fiscale. L’ecobonus fa emergere il nero in un settore come quello edilizio che in Italia è composto da tante piccole e piccolissime aziende e società di installazione.
In una prima fase, le aziende riuscivano a monetizzare l’anticipo fatto al cliente per conto dello Stato, con il meccanismo della cessione a terzi. Ma le continue modifiche al provvedimento e l’aggiunta del decreto antifrode hanno complicato tutto, bloccando i crediti anticipati. Ora tante aziende sono a rischio fallimento, o saranno costrette a non pagare dipendenti e fornitori. Serve chiarezza da parte del legislatore, considerando il complicarsi della congiuntura economica degli ultimi mesi.