Il partito democratico e la lezione di Burke
05 Aprile 2007
Margheritini e diessini si accingono a far partito (democratico). Sull’argomento, martedì sera a Otto e Mezzo, Mario Monti è stato sollecitato da Giuliano Ferrara ad esprimere un’opinione. «Mi fa una certa malinconia – ha detto il presidente della Bocconi – veder nascere un partito privo di orgoglio del passato, anzi quasi per sfuggire al proprio passato».
Parole di buon senso e di buon gusto. Nel cosiddetto “teatrino della politica”, gli argomenti di Monti, come già quelli di Emanuele Macaluso nelle settimane scorse, denotano quanto poco entusiasmo ci sia attorno alla nascita del nuovo partito. Ma c’è anche una considerazione più generale: mai quanto nella vita politica le forze e le cose nuove, se vogliono avere qualche futuro, non possono costituirsi senza un giusto rapporto col passato.
Prima di Monti, di Ferrara, di Macaluso, lo aveva pensato e scritto un liberale che amò la rivoluzione americana più della rivoluzione francese, Edmond Burke: uno scrittore politico tuttora straordinariamente moderno.