A proposito di social e moderati

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A proposito di social e moderati

A proposito di social e moderati

02 Dicembre 2022

A proposito di social e moderati, vale la pena analizzare il caso Twitter, la celebre piattaforma di micro-blogging. All’elettore a digiuno di cinguettii, infatti, basta farsi un giro su Twitter per credere che l’Italia sia finita nelle mani di una combriccola di liberal radicali impenitenti. Se provi a scrivere che l’islam politico va combattuto, ti rispondono che sei islamofobo.

Se cerchi di esporre le ragioni di J.K. Rowling, vieni assediato dall’intera comunità LGBTQUIA+ globale. E se per caso ti azzardi a ribattere, ti danno del nazista in ossequio alla proverbiale “Legge di Godwin” (la cosiddetta reductio ad hitlerum). Twitter insomma è diventato il bignamino del politicamente corretto, ma come si dice, l’apparenza inganna. Per capirci meglio, e non turbare il sonno dei twittaroli nostrani, prendiamo come esempio gli Usa.

Povero Bernie!

Ogni volta che negli Stati Uniti arrivano le Primarie del Partito democratico, su Twitter sembra che il socialista Bernie Sanders stia per vincerle. I suoi follower sono dappertutto, strepitano, se la suonano e se la cantano, producendo anche meme memorabili come quello di Bernie sulla sediolina pieghevole che ha fatto il giro del mondo. Insomma, a leggere Twitter sembra che gli Usa stanno per trasformarsi in una specie di Nuova Cuba.

Poi però a vincere le Primarie dei Democratici tendenzialmente sono politici più attempati, meno social e più ‘centristi’ (quando governano) come Joe Biden. Questo perché, come evidenziato qualche anno fa dal Pew Research Center, il twittarolo medio negli Usa è un giovanotto liberal che s’impegna politicamente come un matto sui social. Mentre con buone probabilità quelli che poi vanno effettivamente a votare sono elettori dai capelli bianchi.

Radicali solo sui social

La maggioranza silenziosa dei Dem Usa, insomma, democratici moderati e anche conservatori moderati o flip-flop, più che twittare stanno lì a guardare. In compenso votano e non scelgono certo la sinistra radicale. Detto ciò, non vogliamo invitare chicchessia ad abbandonare Twitter o a prenderlo poco sul serio. I giovani che si battono per la libertà in Iran o in Cina sanno bene qual è il valore di strumenti come i social per amplificare la propria voce.

Questo discorso vale un po’ meno per il twittarolo partigiano radicale medio, sdraiato sul divano occidentale, e abituato a prendere a male parole chi osa pensarla diversamente da lui su Twitter. Costoro sono minoranza nella realtà, maggioranza solo nella bolla irrilevante dei social.

(Oggi e domani a Bucine in provincia di Arezzo si svolge l’evento “A Cesare e a Dio” organizzato da Fondazione Magna Carta. Si parla del futuro dei moderati e di social media. Leggi qui una breve presentazione dell’evento e l’editoriale pubblicato ieri sulla GDM da Gaetano Quagliariello).