Consulta, fumata bianca dopo 18 mesi: Frigo mette d’accordo Pd e PdL

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Consulta, fumata bianca dopo 18 mesi: Frigo mette d’accordo Pd e PdL

22 Ottobre 2008

Primi segnali di schiarite tra maggioranza ed opposizione. L’elezione ieri a larga maggioranza di Giuseppe Frigo, avvocato penalista indicato dal Pdl, a giudice della Corte Costituzionale segna una novità nei rapporti tra centrodestra e centrosinistra.

Novità che di fatto potrebbero a breve trasferirsi a palazzo San Macuto con l’elezione del presidente. In realtà la situazione rimane ancora ingarbugliata a causa dei vari veti incrociati ma di certo il superamento dell’empasse alla Consulta, che ormai durava da diciotto mesi, evidenzia il cambiamento.

Merito va dato al Pdl che proprio ieri in mattinata aveva annunciato la volontà di candidare l’anziano avvocato bresciano, mettendo definitivamente da parte l’ipotesi Pecorella. Una scelta che molti attribuiscono soprattutto alle pressioni di Gianfranco Fini il quale più di tutti si era speso per sbloccare la situazione anche a costo di mettere in difficoltà il Cavaliere. E proprio lui sembra al momento quello meno convinto della scelta fatta visto che avrebbe preferito un nome meno bipartisan rispetto a Frigo e più legato alla maggioranza. Non è un mistero infatti che dopo Pecorella il nome che circolava con maggiore insistenza fosse quello dell’azzurro Donato Bruno. Ma alla fine ha vinto la prospettiva dell’accordo con l’opposizione e quella di uscire subito dallo stallo. Così a Frigo sono andati non solo i voti della maggioranza ma anche quelli dell’opposizione, portando il pallottoliere della Camera a contare 690 voti rispetto ai 572 richiesti. Un successo.

Adesso gli sguardi si spostano sulla Vigilanza dove la partita per la verità appare ancora complessa. Quello che sembra certo al momento è che almeno fino alla prossima settimana il nome del nuovo presidente non uscirà. Lo ha ribadito ieri Italo Bocchino spiegando inoltre che “dovranno essere stabilite anche le regole per la presenza dei politici in tv”. Chiaro il riferimento alla partecipazione di Walter Veltroni alla trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” della scorsa settimana e che a molti all’interno della maggioranza non è andata giù.

Ma ad impedire un accordo in questa settimana è anche la confusione che regna nel centrosinistra, dove al di là degli annunci televisivi l’alleanza tra Idv e Pd è ben lontana dall’essere al capolinea. Prova ne è la febbrile trattativa che i due partiti stanno tessendo in queste ore per la scelta del candidato governatore dell’Abruzzo. Di Pietro da tempo ha messo in campo un suo uomo: il deputato Carlo Costantini. Da largo del Nazareno però insistono per avere un proprio candidato anche se sanno benissimo che solo un accordo con Idv potrebbe dare qualche speranza di vittoria. Trattative che quindi si intrecciano con quelle per il presidente della Vigilanza dove ufficialmente il Pd continua a sostenere Leoluca Orlando ma in privato ragiona già ad ipotesi alternative. La conferma giunge proprio dalle parole del capogruppo alla Camera Antonello Soro che se da un lato spiega che “non c’è alcun baratto” dall’altro conferma che “c’è la disponibilità a ragionare”. Insomma,  ci si sta preparando a vedere oltre la candidatura di Orlando. E dall’altro lato non potrebbe essere diversamente visto il muro alzato dalla maggioranza che ieri sera appena conclusa l’elezione di Frigo sia con Cicchitto che con Gasparri ribadiva che “il nome di Leoluca Orlando per la presidenza della commissione di Vigilanza Rai può considerarsi archiviato “.

Dal canto suo il partito dell’ex pm almeno per il momento non ha intenzione di cambiare cavallo anche se sono molte le voci che circolano di possibili nuovi candidati. Uno su tutti Giuseppe Giulietti, ex diessino e veltroniano in prestito ad Idv, o il capogruppo Massimo Donadi. Per il momento solo ipotesi visto che si fanno anche i nomi di Giovanna Melandri e del margheritino Merlo. Più timido l’Udc che per la verità guarda con maggiore interesse alla poltrona di consigliere del CdA Rai. Comunque almeno fino a sabato, giorno della manifestazione del Pd, il nome del nuovo presidente della Vigilanza non dovrebbe uscire rimandando di fatto tutto alla prossima settimana. Ed allora si capirà se il “modello Frigo” sarà valso anche per l’opposizione.