Per la Vigilanza la maggioranza pensa a un blitz

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Per la Vigilanza la maggioranza pensa a un blitz

07 Novembre 2008

 

Quota 40. E’ questa la vetta, o meglio il numero di sedute andate a vuoto a Palazzo San Macuto per l’elezione del presidente della Vigilanza Rai. Una situazione che se dopo l’accordo per eleggere Giuseppe Frigo alla Corte Costituzionale sembrava sbloccata, appare invece sempre più senza alcuna via d’uscita.

Il problema rimane la scelta del Pd di continuare a puntare sul dipietrista Leoluca Orlando come candidato presidente, una scelta considerata dal Pdl indigesta e per la quale chiede da tempo ai vertici democratici un passo indietro.  Da qui lo stallo che ormai si protrae da oltre cinque mesi e che rischia di causare difficoltà anche a viale Mazzini dove anche il CdA è in attesa, in questo caso da sei mesi, di essere rinnovato. Un mancato rinnovo che secondo il presidente uscente Claudio Petruccioli, che qualche giorno fa ha inviato una lettera ai consiglieri di amministrazione, potrebbe causare “danni seri all’azienda” visto in particolare i conti della Sipra e cioè del mercato pubblicitario Rai. Da quelle parti si parla di una riduzione delle entrate di circa 40 milioni di euro e quindi della necessità che in tempi brevi siano prese delle decisioni serie e forti.

Come detto però la via d’uscita sembra davvero difficile vista la determinazione con cui da largo del Nazareno si continua a sostenere la candidatura di Orlando alla Vigilanza. Una determinazione però più di facciata e di necessità che legata ad una reale convinzione.

Da settimane Veltroni ed i vertici democratici stanno valutando delle soluzioni alternative proprio per uscire dalle empasse di San Macuto. Gli stessi sherpa del Pd, che da mesi mantengono aperti i canali diplomatici con il Pdl, avevano fatto sapere che dopo la manifestazione del 25 ottobre sarebbe giunto il cambio di passo, ma finora nessun segnale è arrivato.

A complicare il tutto è l’ostinazione di Di Pietro. Lo ha ribadito anche pubblicamente: “Non ci spostiamo di un millimetro su Orlando”. Determinazione che a sua volta nasconde un piano alternativo cioè quello di piazzare Marco Travaglio nel CdA Rai qualora la partita su Orlando dovesse essere persa. Un’ipotesi che fa venire i brividi al Pd e che riflette l’immagine di un partito sempre più prigioniero dell’ex pm. Chiaro che quindi dalle parti di  largo del Nazareno si cerchi di prendere tempo nella speranza di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ma non sarà facile anche perché alle porte ci sono le elezioni abruzzesi dove anche qui il Pd ha dovuto ingoiare il rospo del candidato dipietrista Costantini mandando a monte l’accordo con l’Udc. Un appuntamento, quello abruzzese, molto importante per i democratici visto che una vittoria consentirebbe non solo di consolidare la leadership veltroniana ma anche di iniziare a scrollarsi di dosso la brutta batosta delle ultime politiche. Certamente un buon viatico per le europee del 2009.

Naturale che Veltroni non voglia irritare il suo alleato, il che però significa che almeno fino a fine novembre, data in cui si celebrano le elezioni abruzzesi, Orlando rimane intoccabile. Un tempo troppo lungo perché non accada qualcosa in Vigilanza come hanno ribadito sia Fabrizio Cicchitto che Italo Bocchino spiegando che “se l’opposizione non indicherà un candidato alternativo alla Vigilanza entro un tempo ragionevole, la maggioranza voterà da sola il presidente della bicamerale”. L’ipotesi del blitz che da più parti della maggioranza viene avanzata per rompere gli indugi, e tutti i discorsi portano al radicale Marco Beltrandi che avrebbe anche dato assicurazioni sulla sua volontà di ricoprire l’incarico. Ma le perplessità nel Pdl sono molte visto che un’azione così decisa romperebbe una prassi costituzionale ormai consolidata da quasi quindici anni. E poi c’è la Lega che in vista della discussione sul federalismo fiscale non vuole irritare l’opposizione e che ad un’ipotesi di blitz non ci pensa proprio.

Intanto per la prossima settimana si preannunciano nuove convocazione della Vigilanza, la prima già martedì e c’è chi già pensa ad un nuovo intervento di Fini per sbrogliare la vicenda. Interventi che però finora hanno avuto solo l’effetto di aumentare l’irritazione del premier che continua a dire “mai un dipietrista a San Macuto”. E se lo dice lui c’è da crederci.