Bush su Detroit: “un obbligo nei confronti di Obama”
20 Dicembre 2008
di redazione
Il presidente uscente degli Stati Uniti George W. Bush non poteva esprimersi in termini più espliciti, alla vigilia dell’intervento del governo in soccorso dei giganti di Detroit: "ho un obbligo nei confronti del mio successore – ha detto, parlando del presidente eletto Barack Obama – non potevo lasciargli cadere sulla testa una catastrofe di proporzioni immense nel suo primo giorno". Nel salotto amico dell’American Enterprise Institute, il più influente think tank conservatore della capitale, Bush non ha usato mezze parole per descrivere il ‘pasticciaccio’ che lascia in eredità ad Obama, un’ipoteca, concreta e politica, sul bilancio federale che otto anni fa Bill Clinton gli aveva consegnato in attivo. "Mi hanno prospettato una depressione più grande della Grande depressione",ha ammesso.
Il rosso di Bush (quest’anno 450 miliardi di dollari, nel 2009 stimato oltre mille) rappresenta l’ostacolo più significativo alla realizzazione dell’agenda di governo di Obama, che arriva alla Casa Bianca con promesse altisonanti di riforma della sanità, della scuola e l’obiettivo di recuperare il terreno perduto dai repubblicani nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Dalla sua il presidente eletto ha una maggioranza democratica solidissima sia alla Camera che al Senato. In linea teorica, se ci saranno i soldi per farlo, potrà fare molte cose, ma in concreto potrebbe avere le mani legate. La terra bruciata da Bush consentirà a Obama, ad esempio, di creare 2,5 milioni di posti di lavoro costruendo strade, ponti, ristrutturando scuole ed edifici governativi moderni, efficienti? Quali saranno le priorità il 20 gennaio dell’anno prossimo, il giorno dell’insediamento del nuovo presidente? Che chance avrà di trovare i finanziamenti necessari per la rivoluzione della Sanità (alla quale il senatore di Boston Ted Kennedy sta lavorando da settimane, nonostante la grave malattia che lo ha colpito, nella speranza di fare in tempo a farla firmare lui stesso a Obama).
Lo stesso Obama, nell’intervista concessa a Time magazine questa settimana, sembra misurare le parole, parlando dei grandi sogni di riforma: parla di "cominciare" a cambiare l’America, non di riuscirci nei primi due anni alla Casa Bianca. L’ordine del giorno a gennaio sarà lo stesso di dicembre: portare a termine il piano di salvataggio di Wall Street, spendendo la seconda tranche da 350 miliardi del Trouble Assets Recovery Plan, sempre ammesso che il segretario del Tesoro uscente non finisca per intaccarlo nelle prossime quattro settimane. Poi ci sono il nodo degli aiuti alle case automobilistiche di Detroit da risolvere una volta per tutte e il nuovo piano di aiuti alla classe media.
Poiché la diplomazia non costa quanto la crisi della finanza, è in politica estera che Obama ha potenzialmente le maggiori aperture. I primi pezzi del puzzle sono già sul tavolo: il segretario della Difesa Robert Gates (confermato da Obama al Pentagono) ha già ordinato i piani per la chiusura del carcere di Guantanamo e ha approvato anche l’invio di una prima brigata da combattimento in Afghanistan, il primo atto del rafforzamento della presenza militare americana contro al Qaida. Le due promesse elettorali mantenute, preludono forse alla terza: la fine della guerra in Iraq.
Completata, oggi in termini ufficiali, la composizione della squadra di governo, Obama vola alle Hawaii per le vacanze di fine anno. Alle spalle lascia lo scandalo di corruzione della sua città, Chicago, che ha portato all’arresto del governatore Rod Blagojevich. Obama e il suo staff non hanno fatto nulla di illecito ma l’accusa, clamorosa, al governatore (aver cercato di vendere per un tornaconto personale il seggio lasciato vacante da Obama al Senato) rischia di sporcare il nome del nuovo presidente. Oltre al deficit e alle immense difficoltà lasciate da Bush, Obama dovrà fare i conti anche con il pericolo che la sua faccia pulita da salvatore della patria possa essere macchiata dalla pratica politica della sua città, la più corrotta d’America.
Boz-Emc
fonte: APCOM