Il Governo vara il pacchetto anticrisi e mette sul piatto 2 miliardi di incentivi
06 Febbraio 2009
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi per discutere anche in materia di aiuti di Stato all’economia, ha approvato le misure anticipate nei giorni scorsi. Via libera, quindi, agli incentivi per la rottamazione di autoveicoli, ma non solo, per una spesa totale di quasi 2 miliardi di euro. Il pacchetto approvato dal Governo opera ad ampio raggio, fornendo un contributo anche a settori fino a pochi giorni fa non contemplati. Il tutto mentre si acuisce la crisi che sta coinvolgendo il settore automobilistico.
Fiat, infatti, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione per oltre 5mila unità del suo organico, fra impiegati e quadri, fino al prossimo marzo. Il crollo degli ordinativi, i timori per un debito eccessivo e le variabili in merito all’accordo siglato nelle scorse settimane con Chrysler rappresentano un peso notevole per il gruppo torinese. Le proteste del personale dello stabilimento di Pomigliano d’Arco sono il sintomo di un mercato che sta risentendo una flessione della domanda in peggioramento. Chi soffre delle turbolenze del Lingotto sono però anche tutte le imprese dell’indotto, anche loro con un pieno utilizzo degli ammortizzatori sociali. Tuttavia, di sola cassa integrazione non si può vivere e tal sistema non contribuisce certamente a risolvere quello che adesso sembra essere il problema maggiore, come far risollevare la domanda del segmento automobilistico.
A tal proposito, prendendo l’esempio degli altri paesi come Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito, il premier Silvio Berlusconi ha vagliato l’ipotesi di introdurre un sistema di incentivazione all’acquisto di autovetture. Per chi comprerà un’automobile (benzina o diesel) con emissioni Euro 4 od Euro 5 entro la fine di settembre 2009 sarà previsto un contributo statale di 1500 euro. La condizione per accedere a tal benefici sarà quella di rottamare il proprio veicolo Euro 0, 1 o 2 immatricolato entro il 1999. Ma i contributi potranno aumentare ancora. Se si acquista un’auto, con cilindrata inferiore ai 1300 cc e con emissioni minori di 120 grammi di CO2, il bonus arriva a 2000 euro. Diverso il discorso per le auto “verdi”, come quelle con alimentazione a Gpl, metano o ibrida, che beneficeranno di 1500 euro, anche senza un automobile da rottamare. Anche i veicoli commerciali, il cui settore ha visto una riduzione sostanziale della domanda, avranno il loro benefit, pari a 2500 euro, a seconda della categoria di mezzo acquistato, utilizzabile fino a dicembre. Perfino i motocicli, fino a 400 cc di cilindrata, potranno contare sugli incentivi statali sulla rottamazione, fino ad un massimo di 500 euro per tutti i mezzi Euro 3. Escluse tutte le esenzioni dal pagamento del bollo auto/moto, ventilate nei giorni scorsi, a favore di un maggior apporto finanziario statale deciso dal CdM.
Le misure del Governo non si fermano al settore auto, ma vanno ad alimentare la ripresa del “bianco”, ovvero gli elettrodomestici. Anche sull’onda del caso Merloni e della chiusura dello stabilimento Indesit do None, poco lontano da Torino, il Consiglio dei Ministri ha varato un piano che permette alle famiglie italiane di sostituire il proprio parco di elettrodomestici e mobili avvantaggiandosi dei bonus statali. Chi deciderà di ristrutturare la propria abitazione potrà beneficiare di una detrazione Irpef pari al 20%, a fronte di un tetto di 10mila euro per gli acquisti compiuti, che riguardano anche frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici. In sostanza il bonus fiscale si attesta fino ad massimo di 2mila euro per nucleo familiare.
Come avvenne in dicembre per gli Stati Uniti tramite un’iniezione di circa 800 miliardi di dollari da parte della Federal Reserve, anche il credito al consumo avrà un sostegno, sotto forma di riduzione degli interessi sulle rate per l’acquisto di beni durevoli. Stesso discorso per le imprese, che godranno di sgravi fiscali in grado di agevolare i distretti industriali ed i processi di fusione fra piccole e medie imprese.
Le misure appena approvate cercheranno di porre una frenata alla caduta dell’economia italiana, testimoniata anche dagli ultimi dati congiunturali, che prevedono una flessione intorno al 2% del prodotto interno lordo nel 2009.