La Corte dei Conti lancia l’allarme: “Nella PA la corruzione dilaga”

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La Corte dei Conti lancia l’allarme: “Nella PA la corruzione dilaga”

11 Febbraio 2009

“Siamo tra i peggiori Paesi al mondo per corruzione”. A lanciare l’allarme è il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, leggendo la sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. All’evento hanno partecipato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i ministri della Giustizia, Angelino Alfano, dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e della Funzione Pubblica, Renato Brunetta.

Lazzaro spiega che per contrastare questo fenomeno bisogna puntare soprattutto sui “controlli” e sottolinea che durante il 2008 la Corte dei Conti ha dovuto occuparsi anche del controllo in tema di contratti di finanza derivata, “un meccanismo diabolico di cui si vede solo la coda”. Sono molte le iniziative della magistratura contabile in questo ambito, tra cui la convenzione con il ministro della Funzione Pubblica, firmata proprio ieri e finalizzata allo scambio di informazioni in funzione di una migliore lotta alla corruzione. Per dimostrare la gravità della situazione italiana cita i dati ufficiali: le condanne della Corte hanno fatto incassare allo Stato, tra il 2004 e il 2008, circa 34 milioni di euro a fronte di quasi 220 milioni accertati. Una cifra che si è triplicata negli ultimi anni. Il che significa che “i controlli, interni ed esterni, sull’Amministrazione non sono pienamente adeguati e vi è una attuale situazione di scarsa efficacia, di pochezza di effetti concreti”.

Per il presidente dell’organo la mancanza di trasparenza è la maggior causa di questa tendenza. Proprio per questo chiede di potenziare e irrobustire i controlli, renderli effettivi e concreti. “Nel campo dell’Amministrazione – osserva – a un maggiore e migliore uso dei controlli corrisponde simmetricamente un minore ricorso al codice penale”. Lazzaro spiega che laddove manca la trasparenza, “si genera il cono d’ombra entro cui possono trovare spazio quei fatti di corruzione o di concussione che rendono poi indispensabile l’intervento del giudice penale”. E sottolinea che se non viene applicata la massima trasparenza in ogni agire della pubblica amministrazione, “la sfiducia può comportare un rischio per la democrazia stessa” dato che il cittadino può percepire la funzione pubblica come “qualcosa di estraneo, di diverso da sé e dal proprio mondo”. A dimostrazione cita i casi della “clinica degli orrori” e “calciopoli” che hanno dato un’immagine negativa del Paese “con grave compromissione di quel rapporto di totale affidamento che unisce gli amministrati all’amministrazione”. E’ proprio in quest’ottica, tiene a ribadire Lazzaro, che si muove la magistratura contabile, “per non deludere i cittadini nella loro sicura consapevolezza di avere nella Corte una diga contro gli sperperi, la mala-amministrazione, l’ignavia di taluni gestori della cosa pubblica”.

Poi, sulla politica “anti-fannulloni” inaugurata da Brunetta, il presidente della Corte dei Conti dice: “La Pubblica Amministrazione deve avere adeguate risorse strumentali in uomini e mezzi”, ma deve puntare anche su “un apparato più agile e più snello”. L’obiettivo, aggiunge Lazzaro, deve essere quello di “raggiungere una maggiore efficienza a parità di costi e di evitare che a funzioni ridotte possa corrispondere non una diminuzione ma addirittura un aumento del numero degli addetti”. La vena “critica” però finisce qui: il disegno di legge del ministro Brunetta che deve essere ancora approvato dal Parlamento “rappresenterebbe un primo passo importante nella direzione di rafforzare la tempestività e l’efficacia dei nostri controlli sulle gestioni nella pubblica amministrazione”. Il presidente della Corte dei Conti coglie l’occasione di parlare infine del Federalismo fiscale considerandola un’ “occasione preziosa per riformare un sistema di spesa ormai invecchiato e sclerotizzato” e  ricorda che spetterà sempre di più proprio alla Corte dei Conti monitorare la sua corretta attuazione.

Sui pericoli concreti a cui è sottoposta la pubblica amministrazione parla nel dettaglio il procuratore generale dello stesso organo, Furio Pasqualucci. Nel suo intervento sottolinea che alcuni settori sono particolarmente a rischio truffa e sperpero, in primis il settore della spesa farmaceutica-sanitaria. In questo ambito, spiega che le irregolarità riscontrate dalla magistratura contabile sono principalmente la fatturazione fraudolenta, il mancato completamento di strutture ospedaliere o la mancata utilizzazione di impianti già realizzati, le spese per corsi di formazione non espletati o carenti di documentazione, l’irregolare gestione di case di cura convenzionate, l’irregolarità sulla gestione di ticket e l’eccesso di prescrizione di farmaci. Ma non dimentica recenti casi che hanno posto l’attenzione su comportamenti illeciti, come l’alterazione delle cartelle cliniche di patologie per ottenere un rimborso altrimenti non dovuto. Accanto alla sanità, si pone il settore degli appalti pubblici, principalmente per colpa di fenomeni di corruzione e concussione che “al di là della loro riprovevolezza” incidono anche sul prezzo degli appalti medesimi, perché fanno lievitare i costi delle opere pubbliche. “Nel corso del 2008 le sezioni centrali e regionali della Corte dei Conti – afferma il procuratore – hanno emesso 102 sentenze per danno erariale derivante da attività contrattuale, delle quali 77 sono sfociate nella condanna dei chiamati in giudizio”. Altri settori a rischio sono quelli dei rifiuti (che nel 2008 ha portato alle prime condanne da parte della magistratura contabile regionale per un totale di 650mila euro) e delle slot machine collegate in rete (un affare il cui danno erariale si aggira attorno alla cifra da capogiro di 70 miliardi di euro).

Pasqualucci ricorda anche i dati delle frodi comunitarie come indici significativi della condizione italiana. Nel 2008 sono state segnalate frodi per il valore di circa 148 milioni di euro, “di cui 61,6 milioni (per 90 casi) riguardano frodi nel settore degli aiuti allo sviluppo regionale, con il maggiore importo nella regione Sicilia (19,9 milioni)”. La truffa nel settore degli aiuti all’agricoltura riguarda 42,8 milioni di euro, con forte presenza in Calabria, mentre la frode è presente anche in settori come il sostegno innovativo e infrastrutturale, e il sostegno sociale e all’occupazione.

Ma non tutto è così negativo. Grazie alla riforma del 1994 – che ha previsto la regionalizzazione delle sezioni giurisdizionali e la modifica del giudizio pensionistico – è calato l’arretrato del contenzioso pensionistico: si registra un trend positivo da cui deriva una riduzione dell’arretrato (attestatosi a fine anno sui 72.798 giudizi a fronte di 240.037 del 1997) che si aggira sul 20% annuo nonostante il continuo affluire di nuovi ricorsi. Anche nell’intervento di Pasqualucci c’è spazio infine per le critiche contro le decisioni degli ultimi mesi prese dal ministro della Funzione Pubblica. Pasqualucci condanna in particolare la scelta di limitare la pubblicazione delle retribuzioni dei consulenti nominati da enti pubblici oltre una certa cifra (pari, tra l’altro allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione), sia per la norma che esclude la responsabilità di alcuni amministratori, come nel caso Alitalia.