Il Pd difende la Costituzione ma è la solita propaganda urlata
12 Febbraio 2009
La Costituzione della Repubblica Italiana non è a rischio. Nessuno dei 139 articoli è a rischio. L’Italia non rischia la dittatura e cose del genere. Questo è bene sottolinearlo, ripeterlo e se necessario urlarlo. Però se serve per riempire qualche piazza ed andare belli sui tg nazionali della sera allora può anche starci che si paventi l’omicidio della Carta, e si intraveda un futuro pericoloso per la Libertà. In fondo ci risiamo, la manifestazione organizzata dal Pd, un migliaio di persone ritrovatesi a piazza Santi Apostoli, altro non è che l’agitare alle folle lo spettro dell’antiberlusconismo in chiave costituzionale. Effettivamente mancava una lettura del genere. L’Unità, copiosamente regalata a tutti i manifestanti, riportava in prima pagina un titolo eloquente: La Costituzione siamo noi.
E visto che il cattivo di Arcore la vuole smantellare è un po’ come se volesse cancellare noi. Cosa non si farebbe per vendere qualche copia in più. A Concita de Gregorio sarà venuto in mente quello che Feltri va dicendo da anni, e cioè che “un lettore incazzato compra molto più volentieri il giornale e aumenta la tiratura”. Giornalisticamente quindi nulla di nuovo. Nessuna novità in termini di comunicazione politica. Che dire poi del one man show? Oratore unico Oscar Luigi Scalfaro leader per un giorno di questo Pd mai come stasera rinnovato e rinvigorito. E allora mentre dal palco Scalfaro dava una botta a Berlusconi e invitava a la sinistra a dire un po’ meno no, è partito anche qualche riferimento al ventennio fascista, che si sa, è sempre utile per far partire qualche applauso.
E’ noto, la similitudine, l’accostamento, il paragone tra Silvio e Benito piace tanto da quelle parti che gli abili oratori della gauche come possono lo tirano fuori quando vedono calare l’attenzione nella folla. “ La persone che hanno alzato questo polverone sono mosse dall’avversione verso il Presidente del Consiglio, le loro preoccupazioni sono totalmente infondate, la Costituzione è saldissima. Semmai si può parlare dei modi e dei toni che usa Berlusconi, una forma poco elegante”, è la teoria di Achille Chiappetti, costituzionalista, ordinario di Diritto Pubblico alla Sapienza e autore de “La Costituzione ritrovata”, “in pericolo semmai c’è l’interpretazione della costituzione fatta da una certa sinistra, la loro paura è che venga modificato quest’aspetto. La Costituzione è solida, è necessario lavorare per cambiare i metodi di interpretazione faziosa”. E come si fa? “ Se ci fosse una corte costituzionale meno di sinistra, se la magistratura fosse meno di sinistra e se i sindacati non avessero questa ingerenza allora le cose sarebbero diverse, Berlusconi questo intende quando parla di modifiche possibili”. Il resto insomma è solo propaganda urlata.
Non dimentichiamoci come l’Europee non siano poi così lontane e ogni occasione sia buona per portare acqua al proprio mulino. Aver spedito Scalfaro sul palco ha questo obiettivo. Un ex presidente della Repubblica testimonial di Veltroni. Un commento piccante e critico sul senatore a vita è arrivato dal senatore Domenico Nania, “gli ex Ds non potevano scegliere miglior testimonial dell’ex presidente Scalfaro, "lo smemorato di Novarà", per la loro manifestazione di piazza, facendo salire sul palco l’unico che parla ancora della Carta come se fosse stata mummificata, quella dei padri costituenti del ’48 e l’unico a dimenticare che sono stati gli ex Pci e l’Ulivo a modificare da soli la Costituzione, stravolgendola con la loro riforma del Titolo V, qualcuno gli ha spiegato che quelli che oggi lo applaudono sono gli stessi che hanno cancellato dalla Carta del ’48 la tutela dell’interesse nazionale? Ma lui dove si trovava in quel momento?”.
Un altro paradosso emerso da piazza Santi Apostoli lo messo in luce il vicepresidente vicario dei senatori del Pd Gaetano Quagliariello, “Quel che è paradossale è che chi afferma oggi che la Costituzione è nata con lo scopo di unire, sia protagonista di una manifestazione che ha il chiaro intento di imbalsamarla, togliendole vitalità e forza propulsiva, e di dividere il Paese arrogandosi la presunzione di indicare il cattivo che, esattamente come nel ’48, si trova al governo. Ieri De Gasperi, oggi Berlusconi: Oscar Luigi Scalfaro ripassi la storia, e si ricordi allora da che parte stava”.