De Bortoli dice no alla Presidenza Rai e riapre i giochi

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De Bortoli dice no alla Presidenza Rai e riapre i giochi

09 Marzo 2009

Tutto in alto mare. Il puzzle del vertice Rai, con l’accordo tra Pd e Pdl sul nome di Ferruccio De Bortoli come presidente del CdA Rai, sembrava quasi fatto. Invece la decisione di quest’ultimo di rimanere alla guida de Il Sole 24Ore rimette tutto in discussione.

Una decisione giunta nella mattinata quando sembrava tutto sistemato, al punto che nel pomeriggio di oggi ci sarebbe dovuto essere un incontro tra il segretario del Pd, Dario Franceschini, e il sottosegretario alla Presidente del Consiglio, Gianni Letta, per sancire l’intesa.  Poche e laconiche le motivazioni di De Bortoli che poco prima di entrare a colloquio con l’amministratore delegato de Il Sole 24Ore ha spiegato: “Ringrazio Dario Franceschini e Gianni Letta per l’offerta di presiedere la Rai, azienda patrimonio del Paese. Un incarico di grande prestigio per il quale mi ero reso disponibile. Dopo attenta riflessione ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista”.

In realtà non si tratta di una novità, già anni addietro una firma prestigiosa del mondo della stampa come Paolo Mieli aveva declinato l’offerta di presiedere il CdA. E proprio questo precedente, ieri, ha a spinto alla prudenza molti esponenti del mondo politico: nessuna dichiarazione sul nome di De Bortoli.

Così si torna punto e a capo con il rischio che adesso possa slittare di una settimana la nomina del nuovo board di viale Mazzini. Infatti come raccontano le cronache parlamentari l’intesa tra Pd e Pdl sul nome di De Bortoli sarebbe stata trovata nel week end dopo che venerdì scorso Franceschini e Gianni Letta si erano incontrati per raggiungere un accordo. Ad avanzare il nome di De Bortoli sarebbe stato proprio il segretario democratico lasciando qualche giorno di tempo al Pdl per riflettere, riflessione che sarebbe dovuta terminare appunto oggi con il via libera del Pdl alla nomina del direttore de Il Sole 24Ore.

Un via libera che inoltre avrebbe permesso di varare già martedì sera il nuovo CdA. Infatti la tabella di marcia prevedeva per domani alle 16 la riunione degli azionisti Rai per la scelta dei due consiglieri mancanti e cioè il rappresentante del Tesoro e, appunto, il futuro presidente. In caso di fumata bianca ci sarebbe stata l’immediata convocazione serale della Commissione di Vigilanza, a cui spetta il compito di eleggere sette dei nove membri del CdA e di esprimere il proprio gradimento sui restanti due, con l’elezione della nuova governante di viale Mazzini. Invece è molto probabile che la riunione degli azionisti di domani vada a vuoto e si ritorni al tavolo delle trattative. Che adesso saranno più febbrili visto che l’uscita di scena di De Bortoli mette in grossa difficoltà proprio Franceschini, che con quella indicazione intendeva dare un segnale di rottura rispetto alla linea veltroniana dimostrando di non voler essere soltanto un segretario di passaggio. Non è un mistero, infatti, che Veltroni avesse deciso di puntare su due nomi: Pietro Calabrese, in prima battuta, e Petruccioli in seconda. Due nomi considerati dalla nuova gestione di Largo del Nazareno non accettabili e sui quali si è deciso di far calare il sipario puntando sulla candidatura di De Bortoli.

La decisione di De Bortoli però adesso rischia di vanificare tutto questo appannando l’azione di rinnovamento di Franceschini che ora dovrà trovare un candidato di altrettanto spessore.  

E proprio sui nomi il confronto sarà aspro. In pole position c’è sempre Claudio Petruccioli il quale non ha alcuna intenzione di passare la mano e per farlo avrebbe chiesto i buoni offici del presidente Napolitano. Più impervio il cammino di Pietro Calabrese e Pierluigi Celli, il primo perché troppo veltroniano, il secondo perché troppo vicino all’area dalemiana. Infine Andrea Manzella che in molti pensano che potrebbe spuntarla su tutti gli altri. Ed in questa incertezza c’è anche chi teme che possa sfumare la designazione di Mauro Masi, attuale Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla poltrona di direttore generale.

Un’incertezza pericolosa in una Rai senza governo da quasi un anno ed alla vigilia di importanti sfide: dallo sbarco sul satellite con TivùSat alla digitalizzazione del segnale televisivo nazionale.