Lieberman e Frattini hanno agende diverse ma l’Italia fa da tessitore

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Lieberman e Frattini hanno agende diverse ma l’Italia fa da tessitore

04 Maggio 2009

C’è una spiegazione al chiassoso arrivo del ministro degli esteri israeliano Lieberman in Europa ed è che le rispettive agende stanno prendendo direzioni diverse. La settimana scorsa Israele aveva chiesto alle diplomazie europee di limitare le critiche sull’andamento del processo di pace israelo-palestinese rivolte al gabinetto Netanyahu. Il ministro Frattini, che oggi incontra per primo Lieberman a Roma, ieri ha risposto a queste esortazioni invitando il suo omologo israeliano a “moderare i toni” se vuole incassare qualche risultato concreto nei prossimi giorni. A Bruxelles non sono piaciute le incendiarie dichiarazioni contro il governo egiziano rilasciate da Lieberman (“Mubarak? Che vada all’inferno!”). 

L’idiosincrasia tra europei e Israele deriva dal fatto che l’Ue è ancora ‘palestinocentrica’, ritiene, cioè, che la soluzione dei problemi del Medio Oriente passi dritto per la questione palestinese. Il governo Netanyahu, invece, per adesso ha subordinato la questione palestinese a un problema di sicurezza e legato all’economia, e si sta muovendo pragmaticamente su altri fronti. Israele ha anteposto la messa in sicurezza della frontiera settentrionale con il Libano alla soluzione del problema di Gaza. Netanyahu è pronto a dialogare con le forze moderate di Siniora in Libano, ma anche con gli avversari siriani, negoziando sulle Alture del Golan. Il governo israeliano potrebbe cedere piccole parti delle zone contese con il Libano e con la Siria all’Unifil. Sul fronte meridionale, invece, si continua a combattere. Ieri l’aviazione israeliana ha colpito due tunnel usati da Hamas.

L’Unione europea è spaventata perché Lieberman ha dichiarato di non ritenere prioritari gli accordi di Annapolis e la soluzione “due popoli/due stati” che invece stanno a cuore alle diplomazie del Vecchio Continente, compresa l’Italia. Ma non è detto che le strade di Israele e dell’Europa siano per forza destinate a dividersi sulla questione palestinese.  L’invito di Frattini a “moderare i toni” potrebbe rivelarsi il preludio a una collaborazione diplomatica più intensa sul Golan. “Il presidente siriano Assad ha chiarito che il suo Paese è pronto a negoziati senza precondizioni con Israele – ha detto Frattini alla stampa israeliana – pertanto servono dei mediatori. Se la Turchia è in grado di svolgere questo ruolo, prego… Ma se emergeranno dei problemi, l’Italia ha già proposto in passato la sua disponibilità a fare da mediatrice”.