Con la sua tappa in Iraq, Obama ha reso un (discreto) omaggio a Bush
08 Aprile 2009
Ieri il presidente Obama era nel Palazzo Al Faw che fu di Saddam Hussein. Un’imponente costruzione con 62 stanze e 29 bagni che il dittatore iracheno usava per le sue battute di caccia e chissà cos’altro. E’ qui che Obama ha incontrato il generale Odierno e i vertici del comando militare americano, prima del bagno di truppa a Camp Victory, con i soldati che gli gridavano "I love you".
E’ durato un giorno il suo primo viaggio da presidente in Iraq. Sono trascorsi sei anni dall’inizio della guerra e il numero dei soldati americani morti supera i 4.200 uomini. Senza contare le centinaia di migliaia di vittime tra gli iracheni, un prezzo altissimo ma necessario, secondo l’amministrazione Bush. Anche perché dopo errori e e lunghe incertezze sono stati ottenuti “progressi enormi” nella sicurezza dell’Iraq, ha ricordato Obama parlando dello sforzo bellico degli Stati Uniti.
Dire di essere contro la guerra in Iraq lo ha aiutato enormemente durante la campagna elettorale. Gli è servito a prevalere sulla rivale Clinton all’inizio delle Primarie e poi sul senatore repubblicano McCain durante le elezioni. Obama aveva promesso di ritirare le truppe Usa dal Paese in 16 mesi, che poi sono diventati 19 – se le cose miglioreranno fino al 2010 – e lasciando almeno 50.000 truppe a presidiare il territorio. Ieri un attentato in una moschea sciita di Baghdad ha fatto 9 morti e 14 feriti. Due giorni fa erano morte altre 34 persone in una serie di attacchi nella capitale.
Se Obama ha voluto rendere omaggio a Bush l’ha fatto con grande discrezione. Il viaggio è stato tenuto “segreto” fino all’ultimo anche se le principali agenzie stampa ne avevano già dato notizia giorni fa. Il portavoce della Casa Bianca ha spiegato che la sosta in Iraq è stata preferita a quella in Afghanistan perché Baghad è più vicina ad Ankara di Kabul. Viene da chiedersi se, dopo le migliaia di chilometri accumulate durante la maratona europea, Obama non poteva aggiungere qualche altra ora di volo per raggiungere quello che sarà il vero campo di battaglia della sua presidenza. Invece ha scelto l’Iraq, la guerra dei Bush. E rivolto ai soldati americani ha detto: “Avete dato a questo Paese la possibilità di reggersi in piedi da solo come uno stato democratico e questo è un risultato straordinario”.