Partono le ronde anti-stupri e al Quirinale non piacciono

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Partono le ronde anti-stupri e al Quirinale non piacciono

21 Febbraio 2009




Il decreto varato dal governo sulla base di quella che fu una proposta di Maroni, contiene le norme contro la violenza sessuale e lo stalking, sulla triplicazione dei tempi di permanenza nei Centri d’identificazione ed espulsione per i clandestini, sull’assunzione di 2.500 unità delle forze di polizia e sul via libera alle ronde notturne composte da cittadini, meglio se ex-agenti. Il decreto sarà sulla Gazzetta ufficiale già questo venerdì e Berlusconi ne spiega i perchè:

 

“I delitti sessuali di questi giorni – spiega il Premier – hanno suscitato clamore ma il governo anticipa con un decreto alcune delle misure previste dal provvedimento licenziato solo da un ramo parlamentare…I tempi parlamentari sono qui che si dichiarano da soli ed è essenziale consentire al governo di intervenire tempestivamente con norme immediatamente applicabili”. Poi Berlusconi ammette che negli ultimi anni si è assistito a un calo dei delitti: “rispetto agli anni 2006 e 2007, nel 2008 c’è stato un calo intorno al 10% degli episodi di violenza, anche nella città di Roma, perché c’è stato un pattugliamento più diffuso delle zone pericolose”, e che questo genere di interventi legislativi sono uno “strumento essenziale per agire tempestivamente”.

 

Il decreto anti-stupri non ha mancato di suscitare polemiche. All’inizio il Quirinale si era detto contrario alle ronde in quanto riteneva “incostituzionale” il ricorso ai cittadini. Il testo della legge era stato di conseguenza modificato, specificando che i prefetti nelle varie città avrebbero potutto solamente avvalersi di “volontari non armati”. Napolitano ha quindi dato il via libera, opponendosi anche ai voleri del Vaticano che invece si è schierato nettamente contro il provvedimento. Il presidente della Repubblica, poi, si è voluto affrancare da ogni responsabilità: “il decreto legge è autonoma ed esclusiva responsabilità del governo”.