Quando Casini faceva il falco sulla sicurezza
09 Maggio 2009
di redazione
Negli Stati Uniti dove l’etica pubblica è una cosa seria e il giornalismo politico è un lavoro molto più duro e molto meno "creativo" che in Italia, quando un politico dice una cosa questa gli resta attaccata per tutta la vita. Certo, può sempre cambiare idea, ma deve ammettere che di questo si tratta e non sperare che il passato venga cancellato.
Da noi, per esempio, uno come Pierferdinando Casini, può abbastanza impunemente recitare il ruolo della colomba in tema di sicurezza, gridare contro il governo violento e razzista, ed esaltare il ruolo della Chiesa che richiama all’ordine contro il reimpatrio dei clandestini.
Questo perchè nessuno o quasi gli ricorda quando preferiva il ruolo del super- falco contro gli scafisti che portavan0 in Italia torme di disperati albanesi. Casini allora, era il 1999, se ne uscì con la proposta shock di "sparare ai gommoni degli scafisti". "Con gli scafisti che scaricano sulle coste italiane centinaia di immigrati clandestini, siamo in guerra e si deve poter sparare – disse Casini in una conferenza stampa con Giovanardi e Follini – e proseguì : sono uomini che le forze dell’ ordine devono fermare a tutti i costi, armi in pugno, appena toccano terra o appena si liberano in mare del loro disgraziato carico umano".
La cosa fece un certo scalpore e quasi tutti si dissero contrari e ovviamente anche la Chiesa insorse. Ma Casini non si fece intimorire e rispose a testa alta e mento proteso: "I politici cattolici hanno il diritto di prendere decisioni diverse dal magistero". Dichiarazioni che non sfuggirono all’allora premier Massimo D’Alema e al suo sarcasmo: "Sparare contro chi fugge? E’ sconcertante! Loro non sono i cristianodemocratici? Sparare alla gente non mi sembra né cristiano né democratico!".
Forse Casini ha cambiato idea visto che oggi non è più cristianodemocratico ma solo "estremista di centro". Basta dirlo.
P.S. Non per infierire visto che ce ne siamo già occupati: ma per restare in tema e ricostruire un periodo in cui Ccd e An facevano a gara per chi faceva la faccia più dura in tema di sicurezza, sapete chi per primo parlò di introdurre il reato di immigrazione clandestina? Gianfranco Fini. Sempre nel ’99, quando per contrastare il "pacchetto sicurezza" Bianco-Diliberto ritenuto all’acqua di rose, An presentò 35 emendamenti tra cui, assieme alla revisione della Legge Gozzini e quella Simeoni (ritenute troppo garantiste), si chiedeva anche l’introduzione del reato di immigrazione clandestina con tutto quello che ne consegue.