Somalia. Nave da crociera italiana sfugge ai pirati

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Somalia. Nave da crociera italiana sfugge ai pirati

26 Aprile 2009

La nave Melody della compagnia italiana Msc Crociere, con a bordo 991 passeggeri e 536 membri dell’equipaggio, tra i quali 134 italiani, è sfuggita sabato sera all’attacco di pirati mentre si trovava ad un giorno di navigazione a nord delle Seychelles, davanti alle coste somale. Secondo quanto ha raccontato all’Ansa il comandante della nave Ciro Pinto, alle 21.35 ora italiana la Melody è stata attaccata da un’imbarcazione leggera con sei uomini armati a bordo, che hanno aperto il fuoco con fucili kalashnikov colpendo la parte sinistra dell’opera morta della nave (la parte di scafo al di sopra del piano di galleggiamento).

Il punto esatto in cui è stata attaccata la Medody è in pieno oceano, a 180 miglia dalle Seychelles, da cui era partita, e a 600 miglia dalle coste somale. È pertanto ovvio, rileva il comandante Ciro Pinto, che i pirati che si trovavano su un gommone avevano l’appoggio di una nave che si trovava nella zona. I pirati erano sei ed hanno tentato l’abbordaggio da uno Zodiac che ha una velocità molto maggiore della Melody. È stato pertanto impossibile evitare che raggiungessero la nave. Il servizio di sicurezza è però intervenuto con efficacia non appena gli assalitori, che hanno sparato raffiche intimidatorie in aria ed anche alcuni colpi contro la fiancata della nave, hanno tentato di salire a bordo con una scaletta. Le armi in dotazione alla nave, pistole normalmente tenute in cassaforte sotto la doppia responsabilità del capo della sicurezza e del comandante in seconda. sono state usate al momento dell’assalto. Si è fatto ricorso anche agli idranti anti-incendio e ad altre azioni di disturbo, in particolare fare rollare la nave, in modo da rendere troppo pericoloso per i pirati l’abbortdaggio. La Melody ha riportato solo lievi danni. alcuni fori di proiettile nella fiancata, alcuni vetri rotti, una lancia di salvataggio colpita. Quanto ai passeggeri, nulla di grave, ma solo l’inevitabile panico al momento cruciale dell’attacco e qualche escoriazione riportata da chi, nella fretta di tornare in cabina, è inciampato ed è caduto.