Alla vigilia della finale di Champions a vincere sono sicurezza e fair play

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Alla vigilia della finale di Champions a vincere sono sicurezza e fair play

25 Maggio 2009

Il Foreign Office chiama, il Viminale risponde. E i funzionari dei ministeri spagnoli competenti, in collaborazione con le autorità catalane, anche loro non stanno a guardare. Così che si fa sempre più intenso, di giorno in giorno, lo scambio d’informazioni tra gli uffici di governo responsabili della sicurezza nazionale – e della sicurezza dei propri cittadini in trasferta all’estero – oramai nell’immediata vigilia della finale di Uefa Champions League, in programma mercoledì 27 maggio allo stadio Olimpico di Roma. In campo Manchester United e Barcellona, sugli spalti italiani assiepati decine di migliaia di tifosi stranieri. Accolti per l’occasione da una selezione di steward debitamente formati (reduci da un corso d’aggiornamento svolto presso il reparto mobile della Polizia di stato). Operatori incaricati, tra l’altro, della distribuzione di un’apposita Champions Card testata per la prima volta nel corso dell’evento: biglietto elettronico valido anche per la fruizione dei servizi di trasporto pubblico e per l’accesso ai musei della Capitale.

Ma fuori dallo stadio? Ma fuori dagli itinerari turistici e di spostamento dentro la città, espressamente consigliati agli spettatori? Il sindaco di Roma Gianni Alemanno si esprime con fiducia e con prudenza, riguardo agli ultimi preparativi intorno a una vera e propria, e complessa, operazione internazionale di salvaguardia dell’ordine pubblico. Tutto per una semplice partita di calcio. Vabbé, per il match più importante dell’anno, nel mondo. "La giornata della finale e quella che la precede, martedì, saranno percorse dalla giusta tensione, senza allarmismo. Io me lo auguro. E comunque ho richiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni l’impiego di un numero suppletivo di forze messe a disposizione. Specialisti pronti al presidio del territorio, prima ancora che all’intervento diretto". Nel frattempo sono in arrivo a Ciampino sia dall’Inghilterra sia dalla Spagna, altri steward e altri poliziotti, tutti con esperienza di gestione e contenimento dell’esuberanza del pubblico del pallone. Ultras compresi.

Mentre sempre dal ministero degli Affari esteri britannico, per tramite di ambasciate (quella italiana a Londra e quella inglese a Roma), arriva un netto distinguo rispetto alle posizioni assunte da certa stampa, nel Regno Unito, a proposito della designazione della Città eterna – "città violenta", "la città degli accoltellamenti" – a sede deputata per lo svolgimento della partita delle partite, nella stagione calcistica 2008/2009. Al contrario: "Il Foreign Office è particolarmente grato alle autorità di governo e a quelle di polizia italiane, per l’impegno profuso al fine di garantire la massima sicurezza di tutti i tifosi, tra quelli che raggiungeranno Roma" riferisce Pierluigi Puglia dall’ambasciata di Porta Pia. Dopo che nei mesi passati tabloid e popolari e non (pure il Times) si erano permessi di ritenere la Capitale "unfit", inadatta a ospitare l’evento. "No, non è così" smentisce Puglia. A due giorni dal fischio d’inizio della sfida tra red devils e blaugrana, Cristiano Ronaldo contro Messi. Si spera, a due giorni dalla fine d’inutili polemiche. E dalla fine delle solite, inevitabili apprensioni.