Partiti! Siamo solo ad Anzio ma a me mi sembra già di stare in Sicilia

LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Partiti! Siamo solo ad Anzio ma a me mi sembra già di stare in Sicilia

09 Agosto 2009

Partiti!

Stiamo andando ad Anzio. Non ancora in Sicilia, ma ormai siamo partiti!

Questo significa che lo status mentalità vacanziera ha già preso il sopravvento su quello mentalità lavorativa.

La fase di transizione è durata poco, solo questa mattina, mentre preparavo le valigie: preparare le valigie è l’inizio della vacanza mentale, perché mi proietta già dove andrò quando sono ancora ben saldo dentro casa. Eppure dal momento in cui inizio a fare la valigia non sono più lo stesso, anche se la faccio una settimana prima.

Altro agente simile sarebbe stato leggere la guida: assumere informazioni sul posto che visiterò mi proietta molto in vacanza. Ma quest’anno non l’ho fatto, un po’ perché abbiamo deciso definitivamente solo poco tempo fa dove saremmo andati, un po’ perché non sono ancora completamente convinto della modalità spartana con cui stiamo affrontando il viaggio, e proiettarmici anticipatamente sarebbe stato più motivo di ansia che di altro.

Ma ormai ci sono dentro e l’adrenalina sta salendo come sempre!

Prima tappa: Anzio. Certo non il massimo della meta per due romani, ma è un inizio!

Arriviamo nella super villa di Roberta e non c’è bisogno di disfare le valigie perché qui abbiamo già tutto il necessario alla sopravvivenza marina.

Apriamo le varie finestre, siamo ormai di casa entrambi, e ci sdraiamo sul letto.

Quel letto è stato il nostro primo nido d’amore, e conserva ancora qualcosa di magico, perché appena lo sfioriamo non riusciamo a resisterci.

Di solito quando arriviamo lei ha sempre fretta di scendere in spiaggia e andare a prendere il sole. Ma oggi, con l’idea di diluire questa possibilità in due settimane, ci siamo per la prima volta goduti la casa. E devo dire che a me piace molto di più!

Sembra strano perché per stare a casa si potrebbe restare direttamente a Roma. Ma il fatto di essere al mare, nel verde, e di disporre di tutte le possibilità che offre una posizione del genere, mi rilassa. Per non parlare della casa in sé!

Verso le sei e mezza decidiamo comunque di scendere a fare un aperitivo.

La gente sembra già tutta in vacanza, e probabilmente lo è.

Non c’è niente che mi rilassi di più dell’essere a contatto con la gente in vacanza: morbidezza nell’aria, lentezza nei gesti, e la tipica ciabattata da località marina, questo è il fenomeno che preferisco!

Il bon ton occidentale prevedrebbe un modo educato anche di portare i sandali: fare cioè pressione con le dita sulla parte davanti in modo che la parte dietro aderisca al piede e non strusci per terra. Ma quello non è vero relax secondo me! E per fortuna anche secondo altri… Quindi sui lungomare d’Italia si sente spesso (anzi sempre per quanto mi riguarda, visto che male che vada lo faccio solo io) questo attrito dolce, soave, trascinato con una lentezza che se ci facesse caso un tedesco impazzirebbe! E io lo adoro.

“Mario non ciabattare” arriva puntuale Roberta.

Le sorrido. Sa che è una battaglia persa. Per qualche passo faccio lo sforzo sovrumano di trattenere il fenomeno, giusto il tempo di non farcela più pensare. Poi continuo.

La sera andiamo a cena in un ristorante di suoi amici o conoscenti insomma quei classici posti dove vai da sempre e ti conoscono tutti, e ci danno un tavolo sul terrazzo praticamente in mezzo al mare.

“Vedi a cosa servono gli agganci” mi strizza l’occhio la mia dolce ragazza.

Poi la conversazione prende una brutta piega perché non so come finiamo a parlare degli scandali di Berlusconi con le veline.

“Ma cosa vuoi che me ne freghi a me di Berlusconi ora che sono col mio uomo in una terrazza sul mare a mangiare del pesce?”.

“Ma sei tu che mi hai chiesto cosa avessi fatto a lavoro prima di andare in vacanza”.

“Ma io intendevo da un punto di vista umano, con i colleghi, o col capo. Non che mi attaccassi una filippica sugli scandali di Berlusconi”.

“Va bene va bene non fare così. Chi se ne frega di Berlusconi non avevo capito. Scusami”.

“No. Adesso mi hai fatto passare l’appetito”.

Ma perché le donne devono per forza protrarre i problemi più del necessario? Io che altro posso fare oltre a chiedere scusa? Niente. Quindi prima ti fai scivolare addosso il problema e meglio è. Però mi piace questo suo aspetto completamente irrazionale. Uterino dice sempre Giovanni. Le verso un po’ di vino, si alza un po’ di vento. E il gioco è fatto.

Le puntate precedenti di Agosto italiano