Repubblica e Santoro protestano perchè non hanno l’esclusiva dell’antiberlusconismo

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Repubblica e Santoro protestano perchè non hanno l’esclusiva dell’antiberlusconismo

Repubblica e Santoro protestano perchè non hanno l’esclusiva dell’antiberlusconismo

03 Ottobre 2009

 

Oh bella, non c’è la libertà di stampa in Italia! E perché dovrebbe esserci in un paese dove basta un’acquata per scatenare la devastazione idrogeologica, dove la libertà di mercato viene rottamata come una pericolosa minaccia alla funzione sociale dell’impresa, dove il sindacato non difende i lavoratori ma il diritto dei suoi iscritti ad andare giovani in pensione, dove la giustizia civile va a rotoli e le garanzie penali sono quotidianamente rinnegate da una corporazione di giudici e procuratori che considerano la difesa un male nemmeno necessario, eccetera. Non c’è la libertà di stampa, come non c’è la libertà di impresa, la libertà sindacale, per non parlare di quella politica: il primo partito italiano non ha ancora un iscritto (il tesseramento è in stand-by) mentre il secondo considera gli iscritti dei somari nemmeno capaci di scegliere un segretario e li scaraventa tutti nella betoniera delle primarie sedicenti aperte.

E’ l’Italia, bellezza. Però, dato per scontato che l’intreccio fra economia e editoria, fra politica e editoria, fra statalismo e editoria (i 500 milioni di euro all’anno di contributi sono per la libertà un gravame intollerabile, si sa) manda in vacca la libertà di stampa, qualche approfondimento è utile. Ad esempio, è vero che il Giornale, Libero, l’Opinione e il Tg1 (questo a stagioni alterne) sono una minaccia alla libertà di stampa, ma qualcuno ci dovrà pur spiegare cosa c’entrano Mussolini e la Mafia col fatto che la Repubblica non è l’unico quotidiano in vendita nelle edicole e Santoro non è la sola voce politica dell’informazione televisiva, situazione che crea un evidente stato di malessere di cui la Federazione nazionale della stampa si è fatta interprete.

Certo, è una bella scocciatura per la Repubblica avere concorrenti -seppur meno grintosi- nella quotidiana macellazione del Governo come il Corriere, la Stampa, Il Sole 24 Ore, l’Unità, il Riformista, il Manifesto, il Fatto, eccetera. Ed è vero che Santoro ha tutte le ragioni per lamentarsi dell’oscuramento cui lo condanna di tanto in tanto l’antiberlusconismo non a 24 carati dei Floris, Fazio, Gabbanelli, Dandini, di tutta Rai3 e del Tg3 per non dire di Murdoch e della sua Sky.

E, come potrebbe meglio spiegare l’Economist, ci sono prove quasi certe della continuità fra Mussolini e Berlusconi: non è forse vero che, come Gobetti e Gramsci, anche Montanelli e Biagi sono morti? Qualche antifascista d’epoca, che abbia conosciuto l’olio di ricino o il confino, la galera e il manganello, potrebbe ben rivoltarsi nella tomba per il paragone (fra Mussolini e Berlusconi, nda) è vero, ma i nostri eroi treottobristi hanno l’indignazione in fuori giri e perdono la misura.

Roberto Saviano, ad esempio, che pure manifesta un ingenuo stupore per aver ricevuto solidarietà da gente di centrodestra (una contraddizione genetica, sembra pensare) non manca di evocare, presentando alla stampa internazionale il gran corteo delle schiene dritte, il martirio di Anna Politkovskaja e Natalia Estemirova. Anche meno, potremmo sospirare, ma lo capiamo: già ha i casalesi contro, mettici pure i dipietristi.

Eppoi certo, al Premier va fatto sapere che la traduzione italiana di escort è puttana, evitarle o almeno perquisirle, ed è vero che è ignaro di tutto ciò che gli viene rimproverato nell’uso della stampa a lui vicina e del servizio pubblico, e che la figuraccia della prima serata sull’Aquila è dovuta a qualche servo sciocco. Non è fascismo, no, ma non va lo stesso bene. E allora si ravveda: i servi, invece che sciocchi, se li cerchi intelligenti.