Nocera Umbra. Gruppo di lavoratori sale sulla Torre del Campanaccio

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Nocera Umbra. Gruppo di lavoratori sale sulla Torre del Campanaccio

02 Novembre 2009

Un gruppo di lavoratori della Merloni, aderenti alla Fiom Cgil, è salito stamani in cima alla Torre del Campanaccio di Nocera Umbra, emblema cittadino anche nel corso della dolorosa esperienza del terremoto del 1997, per srotolare uno striscione lungo le alte mura della torre, con la scritta ‘La Antonio Merloni deve vivere!’.

Ad annunciarlo lo stesso sindacato sottolineando come "per la seconda volta, Nocera e tutta la fascia appenninica, sono state colpite da un vero e proprio ‘sisma’, stavolta di carattere economico e sociale". Presenti stamani a Nocera Umbra un centinaio di lavoratori, i sindaci di Gubbio, Nocera Umbra e Valtopina e il segretario generale della Cgil di Perugia, Mario Bravi. Il sindacato stima che, se la vertenza Merloni si dovesse concludere in maniera negativa "la perdita occupazionale si aggirerebbe intorno ai 2mila posti di lavoro (1000 dipendenti diretti, 1000 dell’indotto) che si andrebbero a sommare ad altri 1000 derivanti dalla crisi della ceramica, dell’edilizia e del terziario, quest’ultima dovuta in gran parte alla contrazione dei consumi, conseguenza diretta della crisi occupazionale determinata dalle vicende delle Merloni stessa (centinaia di cassaintegrati)".

"L’iniziativa di oggi – spiega Mario Bravi – è finalizzata a chiedere al Governo, finora del tutto assente, un impegno diretto a scongiurare effetti economici e sociali devastanti, una ‘crisi nella crisì come l’abbiamo più volte definita, tra le più gravi di tutto il centro Italia".

"La scelta del 2 novembre, giorno dei Morti, non è causale – conclude il segretario della Cgil di Perugia – il nostro è infatti un ultimo disperato tentativo di scongiurare la chiusura e quindi la ‘mortè di una delle principali aziende della regione. Abbiamo scelto questa data proprio per sfidare un destino che al momento sembra inevitabile".