Comandante del Ris indagato per peculato e truffa, si è dimesso

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Comandante del Ris indagato per peculato e truffa, si è dimesso

15 Novembre 2009

Il procuratore di Parma, Gerardo La Guardia, ha confermato l’apertura di un fascicolo nei confronti dell’ex comandante del Ris, il colonnello Luciano Garofano.

Secondo quanto si apprende l’iscrizione di Garofano sarebbe stata fatta per le ipotesi di reato di peculato e truffa ai danni dello Stato. Al momento l’ex comandante del Ris è l’unico indagato. La guardia di finanza l’11 novembre scorso effettuò una perquisizione con sequestro di atti nella sede del Ris. In quella occasione avrebbe formalizzato a Garofano le ipotesi di reato.

L’inchiesta era scaturita da una denuncia dell’avvocato Carlo Taormina, "avversario" di Garofano ai tempi del processo ad Annamaria Franzoni, alla procura militare di Roma. "Due anni fa presentai al pm militare Barone – spiega Taormina – una denuncia su tutte le consulenze svolte da Garofano come consulente di varie procure, e non come comandante del Ris. Garofano ha utilizzato attrezzature e personale appartenente all’Arma durante l’orario di ufficio e ha percepito i compensi dalle consulenze tecniche affidategli quando il consulente tecnico nominato dai pubblici ministeri o dai giudici per legge non può essere considerato pubblico ufficiale ma privato cittadino".

Secondo Taormina, al vaglio della magistratura di Parma, del pm Paola Dal Monte, a cui sono stati trasmessi gli atti dalla procura militare di Roma che avrebbe ritenuto di competenza della magistratura ordinaria le ipotesi di reato, vi sarebbero una quarantina di consulenze svolte da Garofano dal 2002 al 2009 tra cui quelle per inchieste come Cogne, Garlasco, Erika ed Omar, Via Poma. L’11 novembre scorso la guardia di finanza ha svolto una acquisizione di documenti riguardanti le consulenze svolte da Garofano nella sede del Ris di Parma. "Ora sto preaparando una denuncia per diffamazione nei confronti di Garofano – aggiunge Taormina – per quanto scritto dal colonnello nel suo ultimo libro ‘Il processo imperfetto’, sul caso di Cogne dove mi dedica una cinquantina di pagine sostenendo che avrei avuto comportamenti più o meno scorretti nella difesa di Annamaria Franzoni che, per inciso, ho lasciato prima della sua condanna".

Il colonnello Garofano proprio da oggi non è più nell’Arma: le sue dimissioni, secondo quanto è stato possibile ricostruire, non sarebbero però collegate con la vicenda che lo vede indagato in seguito all’esposto dell’avvocato Taormina, ma sarebbero da ricondurre a motivazioni personali legate al suo trasferimento da Parma. Questo era stato disposto dopo che Garofano si era presentato alle ultime elezioni europee, senza però essere eletto: in base alla legge, infatti – questa almeno la motivazione alla base del trasferimento disposto dal Comando generale dell’Arma – non poteva più continuare ad esercitare là dove si era candidato. Un’impostazione contestata però dall’ufficiale, che aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento.

Il Tar in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva, bloccando il trasferimento, ma il Consiglio di Stato ne ha successivamente riconosciuto la legittimità. Il colonnello Garofano è stato dunque trasferito da Parma al Racis di Roma, il Raggruppamento operativo scientifico dell’Arma, una decisione che l’ufficiale ha continuato a non condividere. Questa, sempre secondo quanto si è appreso, la ragione principale delle sue dimissioni dall’Arma.