Fini nega complotti contro il Cav. ma rischia di distruggere il Pdl

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Fini nega complotti contro il Cav. ma rischia di distruggere il Pdl

16 Novembre 2009

Per anni ci siamo dovuti sorbire gli editoriali domenicali del “Fondatore” che, nei momenti di pausa delle sue chiaccherate egonarcisistiche, si dilettava a fustigare gli ignomignosi beceri destrorsi e a dimostrarne l’antropologica devianza e immoralità, con pruriginosa supponenza infarcita di professorale moralismo. Col tempo, tuttavia, ci eravamo abituati, riconoscendo al “Fondatore” l’innata capacità di non azzeccarne una, sin dai tempi del ventennio.

Da qualche mese invece il PdL, gli oracoli ce li ha in casa. E’ la nuova destra, quella moderna, che guarda al futuro, che addirittura si arroga il diritto di farlo il futuro, dettando principi e disseminando patenti di idoneità. Una specie di autorità infallibile, che semina anatemi e predica alle genti.

Loro sono quelli che – testuale – “si pongono i problemi” e “vogliono andare al di là delle ideologie”, vogliono “scommettere sull’altruismo”, hanno il “coraggio delle proprie idee”, “non cedono alle semplificazioni”, “credono nella ricchezza culturale”, “non cedono ai diktat, al populismo d’accatto e a un bipolarismo muscolare”, “non scommettono sullo scontro di civiltà ma vogliono capire una società che cambia”. Loro “stanno dalla parte dei giovani”, “parlano con la società civile e cercano soluzioni condivise”, “hanno a cuore i diritti di tutti lavoratori, credono nella legalità, sperano nella tolleranza, pensano le riforme necessarie e sono in linea con le destre europee”. Loro sono quelli che al monarca “non ne fanno passare una”, come novelli rivoluzionari contro il Caimano.
Insomma una melassa piena di slogan, così politically correct che sembra quasi scritta da Veltroni e corretta da Don Gallo: cosa non si fa per legittimarsi, la salita verso il Colle è impervia e richiede visti d’ingresso.

Ma c’è di più, loro sono “una destra trendy, alla moda, che accetta la sfida e si sporca le mani, ma non ha paura di combattere dalla parte giusta”. Dalla parte sbagliata invece – ovviamente – c’è la destra becera, individualista, “astiosa e bacchettona”, fatta di “yesman” e “vassalli, nostalgici di una politica da età carolingia”, complici di “un autoritarismo morbido” e di quella monarchia assoluta che è il PdL.

Loro – in una parola – sono i “finiani”, quelli che la faccia nel PdL non ce l’hanno mai messa, se non quando si trattava di fare le liste elettorali, per quelle elezioni che il monarca ha vinto da solo. Parlano di autoritarismo dimenticando il loro passato remoto, o peggio ancora, glissando su come funzionava il partito che dicono di aver sciolto un anno fa. En passant, ci hanno anche detto che bisogna abbracciare i valori dell’antifascismo, che è da irresponsabili dar da bere e da mangiare ai moribondi e che è lecito cambiare idea sull’immigrazione, rispetto a ciò che si è promesso agli elettori.
  
Loro sono quelli che ad Annozero non hanno trovato il modo e la dignità di difendere il leader del partito nel quale sono stati eletti, anzi hanno attaccato, neanche tanto velatamente, un collega di partito che fino a prova contraria è ancora innocente. Senatore Granata, con tutto il rispetto, si è accorto che ad Annozero Lei ha avuto le stese posizioni di Di Pietro? Se così fosse, perché non si iscrive al Gruppo Misto o direttamente all’IdV?

Detto ciò, gli scenari sono due: o siamo di fronte ad utili idioti che stanno autodistruggendosi, collaborando inconsapevolmente con chi vuole indebolire la coalizione di centro destra e il suo Governo democraticamente eletto o c’è un preciso disegno politico che mina a spazzar via il monarca e i suoi vassalli. Tertium non datur.