Tra 5 giorni si celebra la giornata delle donne ma su Internet è lecito pestarle
20 Novembre 2009
“Picchia la sgualdrina”. E’ con quest’ultima (inquietante) trovata pubblicitaria che un’associazione danese vorrebbe mettere fine al problema della violenza sulle donne, una questione dilagante e sempre più di moda tra i teenager in Danimarca, un Paese dove una ragazza su tre subisce abusi dal proprio compagno. Da una campagna d’impatto che voleva sensibilizzare i più giovani, però, è diventata una provocazione che per molti ha superato il limite del cattivo gusto.
Si tratta di un gioco interattivo, una simulazione di pestaggio alla quale si accede attraverso il portale www.hitthebitch.dk. Sullo schermo appare una bella ragazza castana e, sottofondo, si sente una musica da discoteca. La ragazza si rivolge all’utente dicendo: “Non sta a te decidere se io ballo con le persone o no” e “Voglio ballare con chi mi pare e piace”. Allora compare anche una mano, che si muove al ritmo in cui viene spostato il mouse. In alto una sbarra col punteggio che cambia a seconda degli schiaffi che vengono dati alla donna: si va dal 100 per cento “pussy”, cioè “femminuccia”, al 100 per cento “gangsta”, ossia “figo”, un vero duro. Bastano “appena” 13 schiaffi per lasciare la ragazza a terra, con la faccia tumefatta e sanguinante e le lacrime negli occhi. Intanto, una voce fuori campo incita a continuare col pestaggio: “Cosa stai facendo? Non puoi neanche controllare la tua femmina. Un paio di schiaffi possono aiutare”. Solo a questo punto ci si rende conto che il gioco è in realtà un “public service announcement”, una specie di pubblicità progresso. Il messaggio finale dice che “non è stato da duri colpirla. Hai perso il gioco quando hai alzato le mani la prima volta. Non ci sono scuse, nessuna”. Quindi, appare la scritta: “Sei un’idiota”.
I creatori del simulatore – l’ente non governativo “Born og Unge I Voldsramte familier” che si batte da anni contro le aggressioni tra le mura domestiche – l’avranno pensata lunga per riuscire a fare una campagna del genere. Sarà. Ma per noi che siamo riusciti ad entrare nel sito (dato che è intasato dall’eccezionale numero di accessi), è piuttosto un “gioco” agghiacciante. Un’idea sconcertante che, più che coinvolgere i giovani per mettere fine a questa aberrante pratica, istiga a usare la violenza, anche se (per fortuna) solo “ciberneticamente”. Ma il rischio è che si vada oltre dato che, solamente nel primo giorno della pubblicazione, sono stati più di 71mila gli utenti che hanno visitato la pagina.
La scelta è piaciuta a pochi esperti di campagne pubblicitarie e ha invece indignato moltissime donne. “Si è arrivati a un livello preoccupante”, annota il portale americano Newser. Quasi all’unisono il commento sulla testata liberal-progressista Alternet.org: “Hanno sbagliato”. Il settimanale americano specializzato in pubblicità Adweek avverte che questo gioco può generare confusione nell’utente: “Una persona che si sente in colpa a picchiare una donna nella vita reale, magari arriva alla fine del gioco solo per scoprire cosa accadrà”.
Il tutto è avvenuto a meno di una settimana dalla giornata mondiale contro la violenza sulla donna, proclamata dalle Nazioni Unite per il 25 novembre. La data ricorda la tragedia delle tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Domenicana per il loro impegno politico. Una storia vera diventata il simbolo delle aggressioni contro le femmine.
Secondo indagini e statistiche, in Europa 1 donna su 5 ha subìto nel corso della vita forme di violenza e più di 400 donne e solo in Italia, negli ultimi 5 anni, sono state assassinate dai loro partner. Si tratta di un fenomeno ancora molto sommerso che però negli ultimi anni ha assunto un rilievo speciale in tutta Europa. Sono molti infatti i governi che si sono mobilitati per salvaguardare l’incolumità della donna contro la violenza domestica: alcuni imponendo bracciali elettronici ai coniugi violenti (come nel caso di Spagna e Francia dal prossimo 2010); altri promulgando leggi ad hoc (come quella contro lo stalking che, in Italia, ha permesso l’arresto di 520 persone e la denuncia di quasi 3mila in meno di sei mesi). Il governo di Madrid, che dal primo gennaio prossimo avrà la presidenza Ue, prevede di promuovere un piano di lotta europeo contro la violenza coniugale verso le donne. Un progetto che propone, tra l’altro, l’introduzione di un “ordine europeo di protezione delle vittime” e “di un numero di telefono unico di informazione e di attenzione alle vittime”.
Tutte iniziative piuttosto concrete che mirano a disincentivare la violenza sulla donna, non a incoraggiarla come purtroppo è il caso del simulatore danese.