In bilico la lezione di Faurisson a Teramo
17 Maggio 2007
Meno uno. L’annunciata (ma ormai sempre più improbabile) ‘lezione’ del
negazionista Faurisson a Teramo dovrebbe svolgersi domani, 18 maggio. In
realtà, lo scandalo suscitato dall’iniziativa ha già indotto il suo ideatore,
Claudio Moffa, a ridimensionarne la portata, spostandola dalla sede ufficiale
del Master da lui diretto, a quella più ‘privata’ del suo corso di lezioni, ove
Faurisson dovrebbe essere ospitato. Ma anche così, pare sempre più improbabile
che l’evento abbia luogo, e non si esclude che il Rettore, d’accordo con il
Questore, visti anche gli annunciati movimenti di protesta, possa addirittura
chiudere domani l’Università di Teramo, una bella e seria Università di
provincia, che non meritava certo tanto scandalo.
Vero è che le iniziative di Moffa erano state notate da tempo: chi voglia
farsi un’idea del suo virulento antisemitismo non ha che da andare sul suo
sito, www.claudiomoffa.it. Anche
conclamato è ormai, purtroppo, l’antisemitismo di certa sinistra radicale.
L’invito a Faurisson rappresenta tuttavia un salto di qualità, che non può
essere preso sottogamba, anche perché offre una pericolosa sponda al
negazionismo dei fondamentalisti islamici, presenti come sappiamo anche in
Italia.
Vano è il pretesto, invocato da Moffa e da chi ne difende l’iniziativa
(vi sono – ahimé – anche nomi illustri) della ‘libertà d’isegnamento e di
ricerca’. Come ha scritto Brunello Mantelli, promotore di un appello contro
l’iniziativa che è stato sottoscritto da numerosissimi studiosi e testimoni
della Shoah, attribuire patente di serietà storica a Faurisson (che oltretutto
è solo un ex-professore di letteratura francese) “è come chiedere che ad insegnare geografia vadano persone convinte che la
terra sia piatta”.
Aprire le porte dell’Università
al negazionismo significa in effetti attribuirgli pericolosamente credenziali
che esso non possiede: chi nega l’evidenza, viola le condizioni che rendono
possibile partecipare alla discussione razionale. Non è un caso che nessuno
storico serio accetti il contraddittorio con Faurisson e i negazionisti. La
questione si chiuderebbe qui, se come detto essa non segnalasse un’escalation
antisemita in Italia che deve suscitare una controllata ma ferma reazione.