Il Credito Popolare a sostegno delle anime locali della produzione

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Il Credito Popolare a sostegno delle anime locali della produzione

22 Febbraio 2010

I giudizi sul fenomeno del “credit crunch”, espressi dagli imprenditori durante i mesi della crisi economica, sembrano ultimamente aver manifestato considerevoli segnali di miglioramento. Infatti, secondo le recenti rilevazioni ISAE riferite al periodo di gennaio 2010, la quota di imprese che hanno segnalato difficoltà nell’ottenimento del credito si è stabilizzata al 18% nel settore manifatturiero, al 14% nel settore dei servizi e al 12% in quello del commercio, dati in sensibile diminuzione rispetto alla fine del 2008 e agli inizi del 2009. In sostanza l’area di difficoltà esiste ancora ma si è significativamente ridotta rispetto ai momenti più aspri della crisi.

Certamente i timidi segnali di ripresa economica rilevati alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2010 non permettono ancora di affermare serenamente che l’economia italiana abbia superato del tutto la difficile congiuntura, ma i segnali provenienti dal mondo economico e la percezione da parte delle imprese di una riduzione delle difficoltà per l’accesso al credito autorizzano a guardare al futuro con un discreto ottimismo.        

In questo quadro la politica del credito delle Banche Popolari, pur seguendo un leggero rallentamento sul lato della domanda per l’inevitabile riduzione degli investimenti, ha permesso alle imprese, e in particolare alle PMI, di fronteggiare l’urto della crisi. Nel contesto delicato e fitto di ostacoli le Banche Popolari hanno contribuito, quindi, a sostenere le imprese in difficoltà continuando ad erogare credito in maniera considerevole. L’impegno delle banche della Categoria a sostegno delle realtà produttive presenti sul territorio è stato rilevante: nel 2009, infatti, la crescita degli impieghi è stata per il Credito Popolare di circa il 5%, con un aumento della quota di mercato del credito alle PMI di quasi un punto percentuale. L’incremento dei prestiti da parte delle Banche Popolari ha interessato indistintamente tutte le aree geografiche del Paese, con aumenti particolarmente sostenuti nel Nord Est (7,2%) e nel Mezzogiorno (5,3%).

In un ottica di più lungo periodo, infatti, le Popolari hanno contrapposto alla logica della contrazione degli investimenti, flussi di nuovi affidamenti, garantendo così ossigeno vitale e contrastando la crisi di liquidità delle imprese.

La pronta reazione alla difficile congiuntura, unita alle caratteristiche intrinseche di anticiclicità e prossimità alla clientela ed al territorio, ha permesso alla Categoria di incrementare quantitativamente e qualitativamente i rapporti con la clientela, facendo leva sulla capacità di implementare ed adattare strumenti finanziari ad ogni loro esigenza.

Le Banche Popolari hanno mostrato di fronte alla crisi reattività e pro-attività, due qualità che delineano la loro identità di banche del territorio e delle comunità. Il Credito Popolare, infatti, ha già gettato le basi per il recupero dell’economia e per accompagnare la nuova fase espansiva del settore produttivo, assecondando appieno le potenzialità offerte dalle mutate aspettative per i prossimi mesi.

Nonostante la crisi, l’attenzione del comparto per le singole realtà locali non è venuta mai meno, andando di pari passo con la crescita dimensionale. Il sostegno alle anime locali della produzione è stato certamente uno dei capisaldi strategici dell’espansione delle Popolari, uscendone consolidata, stando ai risultati raggiunti, anche la mission originaria. Le Banche Popolari dimostrano, in definitiva, di saper interpretare in chiave attuale quella prossimità relazionale sulla quale, non in un giorno o in una stagione, hanno costruito il proprio successo, un successo che continua ad essere fondato sulla centralità della persona e sullo sviluppo di relazioni stabili e durature nel tempo.

*Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari