Il governo colpisce i patrimoni delle cosche per sradicare la criminalità
28 Gennaio 2010
Un codice antimafia, un’agenzia per gestire i beni sequestrati alla criminalità organizzata e un piano contro il lavoro nero nel Sud dell’Italia. Così il Governo, riunito oggi a Reggio Calabria per una sessione straordinaria, ha deciso di rispondere con un’unica mossa al caos creato dall’immigrazione illegale e alle minacce della Ndrangheta che, negli ultimi tempi, ha più volte sfidato lo Stato.
Dopo l’attentato contro la Procura generale del capoluogo calabrese e il ritrovamento di un’auto con a bordo dell’esplosivo e alcune armi lungo il tragitto dell’auto del presidente Napolitano vicino all’aeroporto di Reggio Calabria, l’ultimo episodio intimidatorio è accaduto appena 3 giorni fa. Lunedì scorso infatti il sostituto procuratore della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo – il magistrato che si occupa dei processi di ‘ndrangheta, tra cui quello “testamento” contro i presunti intrecci tra le ‘ndrine della città e i palazzi del potere – ha ricevuto una lettera con un biglietto di minacce ed un proiettile.
L’obiettivo principale del governo è quello di mettere fine al potere delle mafie nel Sud d’Italia ma anche di contrastare l’immigrazione clandestina nel nostro Paese, anche con il sostegno dell’Europa. Durante la conferenza stampa al termine del Cdm, il premier Berlusconi ha illustrato i risultati del vertice spiegando d’aver fatto “un grande lavoro per riassettare tutti gli impianti legislativi per combattere la criminalità organizzata”. Sul versante dell’immigrazione, ha proseguito il presidente del Consiglio “stiamo facendo un’azione molto forte nei confronti dell’Unione europea che deve caricarsi il costo della vigilanza che la Libia e altri Paesi sopportano per fermare e rimpatriare gli immigrati”.
Il governo ha dunque deciso di dare un netto giro di vite nella politica contro la malavita e l’immigrazione illegale approvando due documenti: un decreto legge che istituisce l’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e un disegno di legge che contiene misure di vario genere.
Per quanto riguarda l’Agenzia dei beni confiscati, Maroni ha affermato che potrebbe essere insediata in soli 15 giorni, sempre a Reggio Calabria. “Nel decreto – ha detto il ministro – si prevede l’immediata costituzione dell’Agenzia dei beni confiscati perché abbia visione complessiva” e che possa rendere “immediatamente utilizzabili i beni” sequestrati alla criminalità organizzata. Il passo successivo sarà quello della creazione di un’area franca europea contro investimenti mafiosi: “Chiederemo alla Commissione ed ai Paesi membri dell’’Ue di adottare gli stessi strumenti legislativi contro i patrimoni mafiosi che usiamo noi”, ha proseguito il responsabile del Viminale. “Quando vado all’estero – ha spiegato Maroni – ricevo apprezzamenti dai colleghi per quello che facciamo contro le mafie ed anche preoccupazione perché alcuni Paesi, come la Spagna, cominciano a riscontrare, che alcune famiglie mafiose preferiscono investire altrove”.
Durante il Cdm è stato inoltre varato un pacchetto di misure contro il lavoro nero nel Mezzogiorno. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha dato vita ad un piano straordinario che prevede una serie di controlli mirati in 20mila aziende. Da domani, una task force di 550 ispettori (composta da ispettori del lavoro e dell’Inps, ma anche da militari dell’Arma dei Carabinieri) setaccerà le imprese agricole ed edili di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. In particolare, si tratta di 10 mila aziende agricole di cui 2.000 in Calabria, 2500 in Campania, 3000 in Puglia, 2.500 in Sicilia. E di altrettante imprese edili di cui 1.346 in Calabria, 3.814 in Campania, 2.564 in Puglia e 2.276 in Sicilia. Agli ispettori delle quattro Regioni (500) si aggiungeranno quelli provenienti da altre parti del territorio (50). Uno sforzo extra per il quale il dicastero del Lavoro ha calcolato un onere finanziario aggiuntivo di 1,9 milioni tra spese di vitto e alloggio, spese di viaggio e rimborso per gli spostamenti interni.
Tra le altre cose, il ddl prevede la realizzazione di una mappa nazionale delle organizzazioni criminali, di un sistema di informazione sulle cosche attraverso un desk interforze e interventi contro le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti. Sul versante della giustizia, insieme al codice unico che raccoglie e razionalizza tutte le leggi approvate in materia di contrasto alle organizzazioni criminali dal 1965 a oggi, il ministro Alfano ha annunciato la nascita di uno scudo assicurativo statale per le vittime delle estorsioni per dimostrare che i cittadini non vengano lasciati soli. Inoltre, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha fatto sapere che da domani la parola ‘ndrangheta farà parte della legislazione nazionale. Seguendo l’esempio del 1982 – quando nel 416 bis si inserì il riferimento alla mafia – la magistratura italiana potrà quindi colpire il cuore della malavita calabrese con strumenti più incisivi. L’ennesima prova che il governo Berlusconi vuole definitivamente sconfiggere la criminalità.