Calderisi (Pdl): “A Roma e Milano la realtà dei fatti è stata distorta”

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Calderisi (Pdl): “A Roma e Milano la realtà dei fatti è stata distorta”

Il decreto salva liste sbarca alla Camera, Commissione Affari costituzionali. Il provvedimento è stato varato dal governo per rimediare all’esclusione della lista del Pdl a Roma dalle elezioni regionali del 28 e 29 marzo.

Il decreto, spiega il relatore del testo Giuseppe Calderisi (Pdl), che è intervenuto ieri in commissione, è finalizzato a far prevalere la volontà del cittadino sulle norme burocratiche o sulle formalità, per rendere effettivo l’esercizio del diritto politico di elettorato attivo e passivo. “Sia a Milano che a Roma – si legge nella nota – gli uffici elettorali hanno compiuto due diverse violazioni della legge e delle regole elettorali, rispettivamente a danno della lista Formigoni e di quella del Pdl. Il decreto legge si è reso necessario proprio per ripristinare la legalità”.

Secondo il provvedimento la presentazione delle liste è valida nel momento in cui i delegati alla presentazione entrano nel Tribunale. A quel punto deve essere accettata. Nella relazione di Calderisi si legge: “Un minimo scostamento di orario, nella presentazione della lista, giustificato da validi motivi, di per sé non è motivo sufficiente a giustificarne l’esclusione”. Non solo. I delegati possono provare la loro presenza in Tribunale con qualsiasi mezzo. In secondo luogo, le firme presentate si considerano valide anche se l’autenticazione non è corredata da tutti gli elementi richiesti. Ciò significa, ad esempio, che se un timbro non c’è o non è leggibile, la documentazione è comunque valida. A quel punto il decreto prevede che l’ufficio centrale regionale, entro 24 ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, proceda alle verifiche della documentazione. La mattina dopo, quando l’ufficio si riunisce di nuovo, può ammettere la documentazione mancante o imprecisa, deliberando così l’ammissione o l’esclusione della lista. Se la lista viene esclusa, i delegati possono fare ricorso entro 24 ore. Inoltre, l’ammissione di una lista da parte dell’ufficio centrale regionale, è definitiva e non si può modificare in nessun modo. La seconda parte del decreto prevede la modifica dei tempi di affissione del manifesto delle liste e delle candidature ammesse, cioè al massimo entro 6 giorni dalla votazione, anziché 15.

“La vicenda della liste elettorali è davvero preoccupante – ha spiegato Calderisi – per lo stato della nostra democrazia. Un’informazione distorta è riuscita a ribaltare completamente la realtà dei fatti, con gravissimo danno per l’opinione pubblica”.

Entrando nello specifico della vicenda il relatore ha spiegato quanto accaduto in Lazio e Lombardia: “A Milano, la lista Formigoni era stata ammessa dall’ufficio elettorale. Poi i radicali hanno presentato un ricorso contro la sua ammissione, laddove la legge prevede solo ricorsi contro l’esclusione di una lista o di un candidato. Ammettendo il ricorso, l’ufficio elettorale ha pertanto violato la legge. A Roma è stata compiuta una violazione delle regole vigenti particolarmente grave: la mancata verbalizzazione della lista del Pdl, laddove le istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature del Ministero dell’interno prescrivono, da sempre, che il cancelliere non può rifiutarsi di ricevere le liste dei candidati, neppure se ritenga irregolare la documentazione o presentata tardivamente”.

I delegati della lista del Pdl, secondo Calderisi, erano entrati nel Tribunale tempestivamente, giungendo davanti alla stanza dove avveniva il deposito delle liste con il giusto anticipo. A quel punto la mancanza di personale dell’ufficio elettorale li ha costretti a fare la fila nel corridoio, dove nel caos di persone (anche estranee alla presentazione delle liste elettorali) i delegati non sono stati riconosciuti. “Il delegato della lista del Pdl – dice Calderisi – aveva anche alzato la mano, quando un componente dell’ufficio si è affacciato nel corridoio per chiedere quanti altri delegati dovevano depositare le loro liste. Allora, non può essere qualche metro di distanza dalla porta della stanza a determinare, addirittura, la mancata verbalizzazione della lista del Pdl. Altro che applicazione delle regole, qui siamo di fronte alla loro patente violazione”.

Per il relatore è innegabile che la forma sia anche sostanza. Ma la forma, insiste, non può divenire un formalismo che nega la sostanza e neanche un pretesto per compiere operazioni politiche di tutt’altra natura.