Il Cav. scuote il Pdl e mette in pista i “promotori della libertà”

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Il Cav. scuote il Pdl e mette in pista i “promotori della libertà”

25 Febbraio 2010

La mossa a sorpresa del Cavaliere suona come una scossa al Pdl in vista del voto di marzo. Un richiamo forte al serrate i ranghi, al basta coi giochi di potere, a una campagna elettorale condotta porta a porta che avrà nei "promotori della libertà" le sue avanguardie sul territorio e in Berlusconi il leader che, anche questa volta, ci metterà la faccia "a fianco dei candidati governatori".

Due le chiavi di lettura, una interna al Pdl, l’altra esterna. Sul fronte esterno, la mossa del Cav. serve a rilanciare una battaglia senza quartiere contro la sinistra. Di qui l’affondo sugli ex comunisti e la sollecitazione ai suoi a "smascherare le bugie della sinistra". Tocca il capitolo giustizia per ricordare l’uso che certe procure fanno delle intercettazioni telefoniche. ”Siamo tutti sottoposti al controllo dei telefoni – tuona il premier – e oggi è uno Stato di polizia. E’ un sistema barbaro!". Poi riferendosi alle inchieste in corso aggiunge: ”Partono solo secchiate di fango e si risolveranno in secchiate di fango perchè non ci sono reati che emergono con certezza".

Sul fronte interno c’è chi legge nell’iniziativa del Cav. un modo per rivitalizzare il partito, sebbene Berlusconi ribadisca piena fiducia nell’operato dei coordinatori nazionali bollando come "pura fantasia" le voci su cambi più o meno imminenti ai vertici della catena di comando. Al tempo stesso, l’idea dei "promotori della libertà" serve a mobilitare l’elettorato di centrodestra che, storicamente, si esprime in modo più compatto nelle campagne per le politiche rispetto ai turni amministrativi. E’ anche questa la ragione per la quale il Cav. ha fortemente politicizzato l’appuntamento elettorale, spendendosi in prima persona e in questo senso rivedendo i piani approntati alcune settimane fa.

"L’esercito del bene contro quello del male" messo in campo dal premier col compito di sensibilizzare l’elettorato, promuovere iniziative e comunicare sul territorio i risultati del governo  – è il ragionamento ricorrente tra i pidiellini – rappresenta anche un modo per mettere sotto stress la macchina del partito, spronarla e renderla più efficiente in vista di una sfida elettorale considerata strategica, visto che per i prossimi tre anni non ci sono all’orizzonte nuovi test elettorali.  E per farlo, il Cav. affida il coordinamento della neonata stuttura che risponde unicamente a lui ed è pensata come uno strumento di raccolta di voti nelle realtà locali (con tanto di coordinatori regionali e provinciali) a Michela Vittoria Brambilla che nel Pdl presiede il dipartimento dei movimenti.

Una mossa peraltro non nuova, si fa notare nel centrodestra, alla quale il Cav. era già ricorso in vista delle politiche 2008 (creando allora un certo scompiglio nei ranghi del partito con la nascita dei brambilliani Circoli della Libertà). Un meccanismo che, ricorda un berluscones della prima ora, ha la sua origine nei "promotori azzurri" messi in pista nel ’96. Ma l’obiettivo è anche quello di "arginare" il peso e la strutturazione degli ex aenne nelle realtà locali. Un messaggio in codice per Gianfranco Fini che da alcuni giorni è tornato a dire la sua su varie questioni, rilanciando una sostanziale smarcatura da alcune posizioni di Berlusconi, vedi capitolo immigrazione o sul profilo e la mission del partito.

Lo ha fatto anche ieri da Bruxelles incontrando gli europarlamentari del Pdl. Fini ha escluso contrapposizioni col Cav. e confermato di credere nel progetto del Pdl ("il partito che ho contribuito a fondare e nel quale intendo restare"), tuttavia ha sottolineato l’esigenza di trovare forme e luoghi nei quali fare davvero sintesi politica. Nelle file degli ex An si osserva la mossa comunicativa del Cav. Sono in molti a pensare che il messaggio sia rivolto proprio a Fini al quale il premier avebbe voluto ricordare con chi sta la base del partito. Aspetto quest’ultimo che insieme al botta e risposta a distanza sull’immigrazione ("la sinistra vuole spalancare le porte ai cittadini stranieri per vincere le elezioni", tuona il premier e il presidente della Camera replica considerandolo un "tema fuorviante")  segnala come dopo l’ultimo pranzo all’Hotel de Russie, la temperatura tra i due co-fondatori del Pdl sia tornata a un livello di attenzione.