In Iran il nuovo anno si avvicina e Khamenei si scotta col fuoco
17 Marzo 2010
A dispetto dei pronunciamenti ostili della Guida Suprema, Ali Khamenei, ieri notte gli iraniani non hanno rinunciato alle celebrazioni dello Chahar-Shanbeh Souri (Festa del Mercoledì), tipica ricorrenza della tradizione persiana che precede di una settimana il Capodanno (Nooroz). In tutto il paese, le strade, le piazze e i luoghi di ritrovo si sono riempiti di folla in festa attorno ai tanti fuochi accesi, simbolo della purificazione dello spirito dalla negatività e dal dolore accumulati nell’anno che sta per finire, in modo da accogliere quello nuovo con mente serena e animo positivo.
È da oltre trent’anni ormai che la guerra del regime khomeinista all’identità nazionale iraniana va avanti a colpi di proibizioni, intimidazioni, arresti ed esecuzioni; siti storici e archeologici sono stati distrutti, la storia nei libri di testo viene manipolata secondo l’esigenza della propaganda di regime. Per questo, alla vigilia dell’evento, Khamenei aveva esortato la popolazione a evitare i festeggiamenti per lo Chahar-Shanbeh Souri, da sempre considerati pagani e anti-islamici, privi di alcuna “base nella sharia” nonché forieri di “molti danni e corruzione".
Ma il tentativo d’impiantare l’identità khomeinista nel dna degli iraniani continua a scontrarsi con la loro stessa resistenza. A testimoniarlo ampiamente sono le celebrazioni di questa notte, cariche più che mai di un significato politico rivoluzionario, fortemente temuto da Khamenei e dagli altri esponenti del regime. Neppure il dispiegamento delle forze di sicurezza, con i loro ripetuti assalti (vedi anche qui), è riuscito a fermare i festeggiamenti; in particolare, i giovani iraniani hanno ballato e cantato al grido di "Morte al Dittatore", "Liberate i prigionieri politici", "Non abbiate paura siamo tutti uniti", "Khamenei è un assassino, la sua leadership è illegale (null and void)", “Dittatore, prova un po’ di vergogna. Lascia libero il mio paese”.
Insomma, nonostante la repressione del regime e la mancanza di supporto da parte dei governi occidentali, la sfida dell’Onda Verde iraniana alla Repubblica islamica khomeinista e alla sua natura violenta, antidemocratica e illiberale continua. Che il nuovo anno sia di buon auspicio.
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