Il lettore smaliziato di Internet non si accontenta degli “e-book”
28 Marzo 2010
Nel mondo editoriale, come in quello informatico, si succedono novità con una certa frequenza, difficile distinguere quelle durature dai possibili flop. Uno sguardo lo merita l’avvento dell’e-book, che avvicina i due mondi e promette di portare una piccola rivoluzione tra gli utenti, abituati a sfogliare libri nel più classico dei modi.
Prima di proseguire nella riflessione occorre capire di cosa si sta parlando. L’e-Book è un libro in formato elettronico e il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book. I lettori che permettono la lettura si chiamano invece eBook reading device oppure eBook reader o ancora eReader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l’eBook viene letto sia il software che permette la lettura sul apparecchio.
I dati parlano chiaro, in Italia il settore dei libri elettronici, insieme a quello dei cosiddetti audiobook, rappresenta appena lo 0,04% del mercato editoriale, secondo i dati dell’Associazione degli editori. Le previsioni per il 2010 sono ottimistiche e prevedono un aumento nettissimo delle vendite, fino a 40-50mila apparecchi, ma si tratta in ogni caso di piccole percentuali.
Forse incoraggiati dai dati sui primi nove mesi del 2009, in cui le vendite sono salite del 61%, gli editori italiani sembrano cominciare a ragionare sulla possibilità di lanciare una piattaforma italiana, come già accade altrove. Secondo i dati forniti dall’Aie (associazione italiana degli editori), oltreoceano gli eBook rappresentano già l’1,5% del mercato editoriale e benché si tratti di un mercato di nicchia, è una percentuale di certo superiore alla nostra, anche in rapporto al numero effettivo di utenti. Ma l’ebook non corre da solo.
A fare concorrenza c’è un avversario temibilissimo,l’iPhone. Ad oggi il suo mercato è decisamente più avviato, sia in termini di vendite che di ricavi. Tra l’altro lo smartphone di Apple possiede accordi con importanti editori nostrani come Garzanti e Zanichelli di cui gli editori elettronici non sono in possesso. Fa riflettere come un dispositivo con uno schermo più piccolo di quello di un lettore di libri digitali non pensato per leggere, raccolga questo successo. Da qui si può iniziare un ragionamento anche delle prestazioni tecnologiche.
Sicuramente il mercato degli ebook è sotto osservazione e si spera in un boom, ma al momento è un mercato ristretto. Il primo problema da affrontare riguarda i formati in cui sono fruibili i testi. Ad oggi infatti non ne esiste uno che accomuni tutti i produttori, è proprio questo il maggior ostacolo a una maggiore diffusione. I principali candidati a conquistare lo scettro sono diversi, il primo è sicuramente il formato PDF (Portable Format Document) che ha maggiore diffusione e può essere letto su sia Mac che Pc. Il PDF ha il vantaggio d’essere letto da software come Acrobat Reader o Preview su tutti i sistemi operativi (Windows, MacOs, MacOsX, Linux).
A seguite c’è l’ePub, lo standard open source basato sul linguaggio xml. Di solito, si può leggere sugli eBook reader, sui computer, sui palmari e sui cellulari abilitati. Leggermente defilati ma ancora in lizza sono poi il Pdb, utilizzato negli apparecchi di tipo Palm e LIT, utilizzato soprattutto sulla piattaforma Windows con Microsoft Reader. E’ pertanto un formato disponibile soltanto per PC.
Ci sono poi formati non appositamente ideati per gli eBook (come ASCII, CHM, HTML, doc, PostScript, RTF e TeX) a cui appartengono la maggior parte dei formati più vecchi che proprio grazie a questo hanno il vantaggio di essere compatibili con molte piattaforme diverse. Utilizzandoli pertanto difficilmente si corre il rischio di non possedere il software o il dispositivo hardware adatto per leggerli. Discorso a parte meritano i formati audio, utilizzati per gli audio libri. Un audio eBook è essenzialmente la conversione in digitale di un testo letto da una persona essere umano; il formato potrà essere quindi uno dei tanti per audio digitale già enormemente diffusi come CD audio e MP3. Tuttavia nuove soluzioni si affacciano anche a questo mondo: ad esempio il DTB (Digital Talking Book) che consente di sincronizzare la visualizzazione del testo a schermo con l’audio.
Insomma, in una simile babilonia di soluzioni è facile perdersi. Inoltre proprio la scarsa diffusione nel mercato ha fatto si che le grandi case non investissero nel miglioramento degli e-reader, che di fatto, da un punto di vista tecnico sono fermi a 2 anni fa. Ma non solo, bisogna considerare che la funzione di e-book può essere svolta anche da altri dispositivi molto più presenti nelle nostre vite come i pc portatili e a breve arriverà in Italia anche l’iPad della Apple, che ricoprirà le stesse funzioni.
Una delle soluzioni possibili è l’abbinamento degli ebook ad altre iniziative editoriali, un po’ come accade per i libri cartacei allegati ai quotidiani, oppure avere la possibilità di leggere il giornale direttamente sul dispositivo. In questo modo si avrebbe a disposizione una platea più ampia da “convertire” al nuovo formato, senza contare il ritorno pubblicitario di una simile operazione di marketing. Impossibile non pensare poi alla crisi che da anni attanaglia il settore editoriale, in difficoltà ben prima dell’arrivo di un una ulteriore tecnologia e spremuto all’osso da ogni tipo di idea di rilancio.
Nonostante le previsioni ottimistiche per il 2010 occorre un cambio di tendenza o gli ebook rimarranno confinati nel loro piccolo orticello. Il rischio, come già accaduto per altre tecnologie, è di veder gettare al vento un buon potenziale a causa di scelte discutibili. Di certo, provare a lanciare sul mercato una tecnologia così specifica mentre tutti i segnali indicano che l’utenza è alla ricerca di una piattaforma che faccia convergere pc, tv, libri, musica e quant’altro è impresa ardua. La speranza è che si tratti di un rischio calcolato.