L’iPad polverizza ogni record di vendite ma non convince fino in fondo
07 Aprile 2010
Chi pensava che la Apple avrebbe avuto difficoltà commerciali con la sua nuova creatura, l’iPad, deve ricredersi, almeno a giudicare dal volume di vendite. Nonostante i tanti dubbi che ne hanno accompagnato il lancio e che si sono moltiplicati con il prodotto finalmente sul mercato, la casa di Cupertino ha venduto oltre 300mila tablet durante il primo giorno. A dircelo proprio gli uomini di Steve Jobs, che sottolineano come, solamente sabato scorso, gli utenti abbiano scaricato 1 milione di applicazioni e ben 250mila ebook. In più, se si includono le prevendite online, si arriva a quota 700mila iPad in tutto il weekend, una cifra impressionante.
Tra l’altro, gli introiti che derivano dall’"indotto" ingigantiscono la già nutrita cassa Apple. Il magnate Rupert Murdoch ha presentato il Wall Street Journal in versione iPad a pagamento. Ma non solo, oltre al Wsj, 2 gruppi francesi si sono buttati a capofitto nel business preparando una decina di applicazioni già acquistabili, tra cui quelle del quotidiano parigino “Le Monde” e del settimanale “Paris Match”, che attraverso l’iPad propone un modello rinnovato di rotocalco. Gli americani, poi, non si sono fatti pregare: sono già consultabili “Usa Today e New York Times (ma, a quanto pare, con una versione ridotta e decisamente meno completa del sito web). Ancora più numerosi i settimanali: da “Time Magazine” a “GQ”, finendo con “Men’s Health Magazine”. Per la Apple una ulteriore buona notizia è data dalle modalità di fruizione di questo tipo di contenuti.
Quasi tutti i quotidiani e i magazine scaricati su iPad vengono acquistati attraverso iTunes (gestita, of course, dalla casa di Cupertino) che, se da una parte permette di avere un "bill" unico per i pagamenti, dall’altra "regala" il 30% delle entrate alla stessa Apple togliendole agli editori, oltre a una grossa quantità d’informazioni su chi legge le pubblicazioni (dati fortemente richiesti dai pubblicitari). iTunes quindi sembra favorire la “mela”, ma potrebbe non essere esattamente così. Gli editori, proprio in virtù dei mancati ricavi derivanti dalle “royalties” da girare alla Apple, si sono visti costretti ad alzare i prezzi. Per fare alcuni esempi Murdoch chiede quasi 18 dollari al mese per l’abbonamento e le Applicazioni iPad di riviste come GQ (2,99 dollari) e Men’s Health (4,99 dollari) costano più dell’abbonamento cartaceo. Facile ipotizzare, quindi, una scelta dei lettori che porti verso altre fonti.
Il nuovo giocattolo, poi, soffre di alcuni difetti di gioventù. A pochi giorni dal lancio qualcuno è già riuscito nell’operazione di sblocco (il cosiddetto jailbreak) grazie a cui l’utente può installare sul tablet qualunque applicazione, non solo quelle ufficiali scaricabili da App Store. “MuscleNerd”, autore della violazione e membro del "iPhone Dev-Team", ha svelato di essere riuscito a violare il sistema utilizzando una variante del jailbreak "Spirit", che di recente è stato usato sul sistema operativo iPhone 3.1.3. Il tutto a 24 ore da un incontro con la stampa che Apple ha fissato per domani in cui dovrebbe dare un’anteprima dell’ultima versione del sistema operativo del ‘melafonino’. Nonostante ci si potesse aspettare l’arrivo di una operazione di hackeraggio, la scoperta in modo così rapido indica che probabilmente la precedente falla non è stata tappata e che la base su cui è costruito il sistema operativo è perlomeno fragile.
Il che porta alle critiche di natura tecnica che affollano i vari blog di appassionati e utenti che hanno tra le mani l’iPad. I difetti più ricorrenti sarebbero un surriscaldamento precoce ed una carenza nella ricezione Wifi. Soprattutto riguardo il primo problema le segnalazioni sono state molte, quel che è certo è che nelle specifiche del dispositivo è citata una capacità operativa limitata a temperature tra 32 e 95 gradi Fahrenheit (tra 0 e 35 gradi Celsius). La conseguenza è ovviamente il blocco rapido di tutte le attività e l’attesa del raffreddamento per l’utilizzo. Il secondo problema riguarda invece la ricezione Wifi, unica opzione attuale per la connettività del dispositivo (a fine mese, insieme al lancio internazionale, è previsto anche la versione Wifi+3G). Le lamentele sono giunte fino al forum del sito Apple, dove alcuni segnalano una carenza di ricezione anche in luoghi dove altri dispositivi funzionano egregiamente. Come se non bastasse sono segnalate pure alcune difficoltà nella sincronizzazione con il computer.
In questo movimentato quadro gli italiani dovranno aspettare la fine di aprile per acquistare il gadget Apple. Le prenotazioni sono partite dall’inizio dello scorso mese e con noi accoglieranno il prodotto altri grandi mercati mondiali come Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Il prodotto arriverà anche negli altri paesi, esclusi dalla lista, entro la fine dell’anno. I prezzi ancora non sono stati annunciati, negli Usa comunque si parte dai 499 dollari (circa 370 euro) per il modello base da 16Gb, mentre il top di gamma, da 64Gb, costa 829 dollari.
Impossibile giudicare un prodotto dopo meno di una settimana di commercializzazione, alcune considerazioni però possono essere fatte. In primo luogo il successo commerciale già in atto non corrisponde ad un altrettanto alto valore tecnico. L’iPad, come visto, nasce con alcuni bachi che si sommano ad altri difetti già noti, come ad esempio la mancanza di una fotocamera. Inoltre la diffusione ormai capillare dei pc portatili potrebbe configurare il successo iPad (che, di fatto, fa qualcosa meno di un pc) come una scelta da parte dell’utenza più estetica che di contenuto. Ciò vuol dire che, come tutti i prodotti “di moda”, il tablet vedrebbe il suo arco di vendita esaurirsi in breve tempo, a favore magari di un altro prodotto benedetto dal marketing. Con buona pace dell’innovazione tecnologica.