Brasile vs Cile, aggressività e determinazione contro classe e samba

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Brasile vs Cile, aggressività e determinazione contro classe e samba

28 Giugno 2010

Una storia infinita. In Sudamerica si gioca tanto e bene e questa due squadre ne sono l’esempio. Il loro primo confronto risale addirittura alla Coppa America del 1916, da allora si sono scontrate altre 64 volte, con il Brasile che ha rifilato complessivamente 152 gol al Cile, numeri davvero impressionanti se commisurati a compagini nazionali.

Ma le due nazioni sono andate a braccetto anche storicamente, entrambe hanno conquistato l’indipendenza intorno al 1820. I brasiliani si sono liberati dopo tre secoli di dominio portoghese mentre i Cileni uscirono dall’egida Inca ma non acquisirono la loro attuale territorialità fino 1880 quando sconfissero Perù e Bolivia nella guerra del Pacifico. Oggi il paese di gran lunga più grande e più popolato dell’America del Sud è una repubblica federale democratica e il Cile dopo la dittatura più che trentennale ha raggiunto il suo equilibrio l’elezione libera di Sebastian Pinera, insediatosi appena dopo le terribili scosse di terremoto che hanno sconvolto il paese nel febbraio di quest’anno.

Le analogie si fermano qui. Troppo forti e potenti i carioca per farsi impaurire dal piccolo cugino. Per inciso, è sufficiente ricordare gli accordi politici brasiliani. Prima di tutto è membro Mercosur, di cui il Cile non fa parte. Ci sono poi i rapporti con gli altri Stati sudamericani con i quali vuole attuare un programma di collaborazione politica, culturale ed economica (il progetto CASA prima e UNASUR poi). C’è poi l’alleanza con i Paesi emergenti dei continenti in via di sviluppo come la Repubblica sudafricana e l’India. Da non dimenticare le partnership con i paesi industrializzati: il primo partner commerciale del Brasile è difatti l’Unione Europea. Non pago, il paese del presidente Lula vuole entrare come stato permanente nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Impossibile competere per una nazione che ha iniziato a pensare ad una strategia estera solo da pochi anni, una volta liberatasi della dittatura

Tra l’altro la competizione, su qualsiasi piano la si sposti, rimane decisamente a favore dei carioca. Economicamente, i verdeoro sono la ricchezza maggiore dell’America del Sud. Basata principalmente su un industria locale ben avviata e grandiose risorse agricole e zootecniche (caffè, cacao, soia, mais, canna da zucchero, bovini), oltre a giacimenti d’oro, d’argento e di ferro. Dal canto suo anche il Cile è riconosciuto come una delle realtà economiche più solide dell’area latinoamericana, malgrado diversi periodi di crisi alternati ad altri di elevata crescita. Dopo anni di isolamento (durante la dittatura) il Cile oggi è un mercato aperto e basato sull’esportazione.

Va comunque detto che il paese di Neruda si sa difendere anche di fronte a scontri impari o svantaggiati. In tal senso si può ricordare la disputa che sta interessando Bolivia e Perù per il corridoio di Atacama, ceduto ai Cileni nel 1884 e ora di notevole importanza soprattutto per i bolviani, che ne hanno bisogno per far passare le condutture di gas. I maravilla hanno tenuto duro e ad oggi, nonostante le forti pressioni anche dell’Argentina, non c’è ancora una decisione sul corridoio, che è rimasto in mano cilena. Oltretutto, in caso di conflitto, l’esercito è considerato quello tecnologicamente più avanzato dell’America Latina.

Dal serio al faceto, impossibile parlare del Brasile e non ricordare il carnevale. Il più ammirato dai brasiliani è quello di Salvador de Bahia, mentre il più attraente per gli stranieri è quello di Rio de Janeiro. Una folla smisurata e festante viene spinta tra musica, balli e danze, tra enormi carri con rappresentazioni varie e un contorno coreografico di ballerine e scuole di samba a sfidarsi. Uno spettacolo.

Dallo spettacolo nelle strade a quello sui campi di calcio. La Seleção è la Nazionale di calcio più titolata del mondo. Vanta infatti 5 campionati mondiali vinti nel 1958, 1962, 1970, 1994, 2002, ben 8 Coppe America conquistate nel 1919, 1922, 1949, 1989, 1997, 1999, 2004, 2007 e 3 Confederations Cup. Dulcis in fundo, è l’unica Nazionale di calcio ad essersi sempre qualificata alla fase finale di tutti i Mondiali. Stando solo alla storia quindi la parola “fine” appare sontata per i cileni, ma non si può mai dire. I rossi del gioiellino dell’Udinese Alexis Sanchez si sono presentati in Sudafrica in grande spolvero, forti di una concezione molto muscolare del match e di una determinazione che a volte li porta a commettere qualche fallo di troppo. Attenzione all’ala sinistra a Beausejour. Sui verdeoro poco altro da dire invece, se non che dipenderà tutto da quanto voglia avranno di divertirsi (e divertire) i vari Robinho, Kaka, Luis Fabiano, Elano e Julio Cesar.